Di Giulia Frigeri. Luigi De Palma, 84 anni, era un uomo come tanti, ma il suo ultimo gesto lo ha reso unico. Su una strada di San Zeno, nei pressi di Arezzo, ha perso la vita mentre cercava di aiutare due ragazze in difficoltà. Era in macchina con la moglie quando notò un’auto uscita di strada. Due giovani, una di 18 e l’altra di 23 anni, erano rimaste intrappolate nel veicolo ribaltato. Senza esitazioni, Luigi ha accostato, ha lasciato la sicurezza della sua auto ed è sceso per soccorrerle.

Un gesto nobile, un atto di generosità pura, che gli però gli è costato la vita. Luigi, sordomuto dalla nascita, non ha potuto sentire l’arrivo di un’auto che, all’improvviso, lo ha travolto. Una tragica fatalità che si è consumata sotto gli occhi impotenti della moglie e dei soccorritori. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, diverse ambulanze e la polizia municipale, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Le due ragazze sono state trasportate in ospedale con ferite lievi, ma il loro salvataggio ha avuto un prezzo incalcolabile.

Questa non è solo la cronaca di un incidente, è il ritratto di un uomo che non ha esitato a mettere a rischio se stesso per il prossimo. In un mondo spesso dominato dall’indifferenza, Luigi ci ricorda cosa significa essere veramente umani. Il suo sacrificio non può e non deve passare inosservato, è un esempio per tutti noi, o almeno dovrebbe esserlo.

Mentre la polizia indaga per omicidio stradale, resta il vuoto lasciato da Luigi, una perdita che colpisce non solo la sua famiglia ma anche chiunque abbia cuore. È morto nel tentativo di salvare vite, mostrando che il coraggio non ha età né limiti. Forse, l’unico modo per rendere giustizia al suo ricordo è imparare dalla sua lezione: non girarsi mai dall’altra parte, nemmeno quando è difficile, tantomeno quando fa paura.