Di Valentina Golasi. Terracina. 26 novembre 2024. Ennesimo femminicidio avvenuto poche ore dopo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Questa volta non si parla di ragazzi, ma di persone anziane.
L’assassino, Otello De Castrisha, 93 anni, la vittima Luisella Trombetta 82.
Si pensa sia nato tutto da una lite domestica tra i due coniugi, dinamica ricorrente, sfociata poi in tragedia.
Luisella si pensa sia morta per strangolamento o per soffocamento.
L’assassino chiama poi la figlia dicendo “corri ho fatto una cosa orribile”.
La cosa scioccante è che questo femminicidio sia avvenuto proprio poche ore dopo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Insolito che i protagonisti di questa tragedia siano due persone così anziane.
Solitamente ci troviamo davanti a femminicidi compiuti da ragazzi, ragazzi che non hanno gli strumenti per gestire un rifiuto, che non sono in grado di calibrare ed equilibrare le proprie emozioni… Ma qui ci troviamo davanti ad una persona adulta, una persona che ha condiviso la sua intera vita con la compagnia che lui stesso ha ucciso.
Non sappiamo perché abbia compiuto questo gesto, forse in seguito ad un disturbo mentale, data l’età avanzata…ma quello che possiamo dire con certezza è che questa situazione non è più gestibile.
Dall’inizio del 2024 sono stati registrati 100 femminicidi in italia, 14 (con Lucilla Trombetta) solo nel Lazio.
Non sono solo numeri, sono persone a cui è stata strappata via la vita ingiustamente, persone che con la loro morte hanno avvolto nelle tenebre e nella tristezza più profonda anche i loro familiari, rendendo vittime anche loro.
Il punto è che tutte queste morti non sono bastare per far accendere il campanello di allarme nelle menti di ognuno di noi. Continuiamo a sottovalutare questa situazione sociale.
Gli uomini devono essere educati al rispetto delle donne e le donne al rispetto di loro stesse.
Purtroppo il femminicidio non ha età, Lucilla Trombetta ne è la dimostrazione.
Quello che come società dobbiamo fare è migliorare questa situazione partendo dall’educazione in famiglia sin da piccoli, e capire che la giornata contro la violenza non è solo il 25 novembre, ma dovrebbe esserlo tutti i giorni.
Questi “uomini” non hanno il diritto di programmare la fine della vita di una donna.
Non sta a loro decidere se lasciarle in vita o farle volare via.
Femminicidio/Luisella, la centesima vittima del 2024