Di Laura Zogorean. Le dipendenze rappresentano una delle sfide più grandi della nostra epoca e non riservano pietà per nessuno, ci attanagliano come serpenti che stritolano la propria preda lasciandola senz’aria. Non si tratta solo di sostanze come alcol o droghe, ma possono manifestarsi anche in ambiti meno evidenti, come il cibo, la tecnologia e soprattutto le relazioni affettive.

L’essere umano nasce per essere libero, per vivere un’esistenza piena e soddisfacente, ma quando sensazioni come il vuoto emotivo, lo sconforto e la paura di non valere abbastanza, si impadroniscono di noi prendendo il sopravvento, cadiamo vittime di palliativi che ci sembrano la luce al buio che ci divora.

La dipendenza affettiva è un legame così intenso e morboso da diventare soffocante, un bisogno incessante di qualcuno per sentirsi vivi, completi, quasi degni di esistere. È una prigione dorata dietro cui si cela una profonda dedizione alle necessità altrui, sacrificando sé stessi, annullandosi pur di compiacere la propria metà. Si vive per le più minime attenzioni: uno sguardo, un sorriso o una parola di approvazione che possano riempire quel vuoto interiore di cui siamo schiavi. Ci aggrappiamo come ad un’ancora all’unica sicurezza che riconosciamo nell’altro, senza renderci conto che rimaniamo bloccati in un’effimera illusione.

La paura dell’abbandono è tipicamente umana e il più delle volte scaturisce quando si provano quei sentimenti in grado di farci tremare il cuore, ma l’amore non incatena, libera; non annulla, ma costruisce.

Essere liberi dalla dipendenza significa riconoscere la mancanza interiore di cui soffriamo e affrontarla con coraggio, forza e consapevolezza, è un percorso verso l’autonomia emotiva, verso la riscoperta di chi siamo sempre stati senza bisogno di stampelle distruttive. Bisogna partire imparando a guardarsi allo specchio e riconoscere il proprio valore, trovando in noi stessi le risorse e le risposte di cui abbiamo bisogno, dobbiamo amare noi stessi per poter amare il prossimo ma soprattutto, dobbiamo, scegliere le relazioni che nutrono e non consumano.