Di Lorenzo Andreini Attimi di paura quelli che hanno visto protagonista il giocatore della Fiorentina Edoardo Bove domenica 1 dicembre durante il match di Serie A tra Fiorentina ed Inter. Il ragazzo ha accusato un malore improvviso che lo ha portato ad accasciarsi a terra, tutti i giocatori in campo si sono subito allarmati e hanno fatto cenno ai soccorsi di intervenire immediatamente. La partita per qualche istante si ferma tra le lacrime dei compagni di squadra e la preoccupazione del pubblico che era incredulo a ciò che stesse accadendo. I medici sono intervenuti prontamente e hanno stabilizzato le sue condizioni. Successivamente è stato trasportato in ospedale e messo in terapia intensiva. Scampato il pericolo è stato spostato in una stanza, nel mentre fuori l’ospedale si sono raccolti molti tifosi i quali hanno appeso nel parcheggio dell’ospedale uno striscione con un messaggio di cordoglio: “Forza Edoardo, Firenze è con te”, nel mentre arrivavano i compagni di squadra per sincerarsi delle sue condizioni. Negli ultimi giorni si aspetta un verdetto dei risultati delle analisi fatte a Bove e i medici hanno consigliato di impiantare un apparecchio, sotto pelle e salvavita. Questo dispositivo è fondamentale per prevenire eventuali arresti cardiaci improvvisi, che sono un rischio molto alto per chi ne ha sofferto. Il ragazzo, con l’aiuto di un equipe medica, è riuscito a convincersi che questa sia la strada migliore da prendere per lui e soprattutto per la sua salute. Questa presa di coscienza però fa si che Edoardo Bove non vesta più la maglia della Fiorentina o di qualsiasi altra squadra del nostro campionato, questo perché le normative della federazione medico-sportiva vieta agli sportivi professionisti di praticare attività agonistica in presenza di dispositivi medici di questo tipo. Abbiamo come esempio un altro calciatore colpito da un malore in campo, ovvero Christian Eriksen accasciatosi anche lui a terra durante una partita degli Europei del 2021. Lo stesso giocatore ai tempi militava nell’Inter fu costretto ad andare a giocare in Premier League dove il divieto di avere un dispositivo di questo tipo non esiste. È stata una scelta difficile per Bove che aveva appena cominciato la sua avventura alla Fiorentina, ha capito però la fortuna di essere ancora vivo. La sua passione, il calcio, non risulta essere del tutto un utopia anzi con il tempo potrà iniziare a giocare nuovamente ad alti livelli semplicemente non in Italia. Nonostante il dispiacere di non poter più vedere Bove calcare i campi della Serie A la priorità rimane la sua salute. Oltre che aver dimostrato sul campo di essere un valido giocatore ha dimostrato al Paese intero di essere anche un guerriero per aver superato questo scoglio enorme. Il suo caso solleverà molti interrogativi sulla salute degli sportivi e sulle politiche mediche in ambito sportivo, ma soprattutto ricorda quanto la salute venga sempre prima di tutto. Anche prima di qualsiasi obiettivo agonistico.

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