Di Valentina Golasi. Nuovi risvolti sul femminicidio di Giulia Tramontano, uccisa (insieme al bambino che portava in grembo) il 27 maggio 2023 dal compagno Alessandro Impagnatiello.
In questi ultimi giorni Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo.
Dal carcere ha scritto una lettera alla famiglia di Giulia.
Nella lettera si evige il chiaro profilo psicologico del carnefice, ossia il disturbo della personalità narcisistica.
Non pone troppo l’attenzione su ciò che ha fatto, ma su come lui stesso in primis sia vittima della società, una società che si ciba delle sofferenze degli altri, strumentalizzando fatti e persone coinvolte trasformando, a volte, la vita vera in una “crime fiction” a puntate.
Potrebbe esserci una base di verità in quel che afferma, poiché, spesso, questa ” potenza mediatica” travolge la vita dei familiari delle vittime violandone il dolore.
Tornando al suo disturbo, nella lettera usa molte frasi che corrispondo al profilo di un narcisista.
Usa solo poche e banali frasi di scuse (dove tra l’altro non fa cenno nemmeno al figlio Thiago, ucciso insieme a Giulia), dopo di che l’attenzione ricade nuovamente su di lui.
Un soggetto con disturbo della personalità narcisistica si riconosce immediatamente, ad esempio, dal senso di grandiosità, una totale assenza di empatia e grande anaffettività.
Si tratta di un soggetto divorato dall’invidia, dalla competizione, dalla rivalità, infatti, come confessato da Impagnatiello stesso, il figlio che portava in grembo Giulia lo vedeva come un ostacolo per la sua vita lavorativa, Thiago era la sua rovina, la causa che avrebbe portato all’ interruzione della sua “carriera a 5 stelle” (così da lui definita).