Di Noemi Ciani. La violenza contro le donne è una piaga sociale che continua a distruggere vite, non solo fisicamente ma anche mentalmente.
La canzone di Ermal Meta: “Vietato morire” è un inno a tutte quelle povere donne vittime di femminicidio. La frase potente: “Ricorda che l’amore non è soffrire, ricordati di disobbedire e ricorda che è vietato morire”, ci invita a riflettere su cosa significhi davvero amare e vivere. L’amore non dovrebbe mai essere sinonimo di sofferenza, controllo o paura. E il “morire” di cui parla non è solo la perdita della vita fisica, ma anche quella mentale: la perdita di sé stessi, della propria dignità e della propria libertà. La violenza psicologica, spesso sottovalutata, è una forma di abuso che può distruggere lentamente una persona. Manipolazioni, insulti, isolamento e controllo sono armi che lasciano ferite profonde, anche se invisibili. È fondamentale ricordare che ogni donna ha il diritto di vivere una vita libera da paura e oppressione. Disobbedire, come suggerisce la canzone, significa rompere il ciclo della violenza. Significa trovare il coraggio di dire “basta”, di chiedere aiuto e di reclamare la propria libertà. Ma per farlo, è necessario che la società intera si impegni a sostenere le vittime, a educare le nuove generazioni e a combattere ogni forma di discriminazione e abuso. Dunque, è davvero “vietato morire” non solo nel corpo, ma anche nello spirito. Ogni donna merita di vivere una vita piena, libera e felice. La frequenza con cui sentiamo parlare di questi crimini dovrebbe essere un campanello d’allarme, non qualcosa a cui ci abituiamo. Questo ciclo di violenza e silenzio deve essere spezzato. Non è normale. Non deve essere normale. Ogni donna ha il diritto di vivere senza paura, di amare senza soffrire, di esistere senza essere giudicata o perseguitata. Eppure, troppe volte, la violenza viene minimizzata, giustificata, ignorata. Troppe volte si sente dire “era geloso”, “era un momento di rabbia”, come se ci fosse una scusa per togliere la vita a qualcuno. Ma l’amore non è questo! Troppo spesso, però, il concetto di amore viene travisato e usato come giustificazione per comportamenti tossici e violenti. È fondamentale ricordarsi che l’amore non deve mai essere una prigione, ma una forza liberatrice. “Ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai..”