Di Eleonora Bova. Assistiamo ancora una volta ad una terribile tragedia avvenuta a Busto Arsizio. Un 21enne arrestato con l’accusa di aver picchiato e violentato una 14enne adescata sui social. È incredibile come il mondo dei social abbia portato ad eventi drammatici di questa portata così frequentemente. Si parla ancora una volta di violenza, ma stavolta facilitata dai mezzi di comunicazione alla portata di tutti. I social stanno diventando sempre di più un terreno pericoloso che coinvolge l’intera popolazione. È impensabile che la sicurezza non sia garantita nemmeno sulle piattaforme digitali. Bisogna tenere sempre più sotto controllo i giovani ragazzi non solo nella vita vera ma anche in quella digitale. I social nascono come mezzo di comunicazione più efficace, permettono la possibilità di scambi di idee o contenuti in tempi ristretti eppure si sono trasformati in una trappola per chiunque ne faccia uso. È scioccante come si ignorino i lati negativi di queste piattaforme, quali la distorsione della realtà, cyberbullismo, dipendenza e il pericolo di adescamento. Ancora una volta si evidenzia la sicurezza che manca alla popolazione, che piano piano vive sempre più nel terrore. È agghiacciante rendersi conto di quanto pericolo circonda ogni giorno tutti i cittadini, eppure nessuno fa niente per fermare questa condizione. Sembra diventata la normalità rischiare di incorrere o assistere ad un pericolo. I social media sono nati con l’intento di avvicinare le persone, ma stanno progressivamente minando la qualità delle relazioni umane, la salute mentale e la capacità critica degli individui. È fondamentale imparare a usare queste piattaforme con consapevolezza, ponendo dei limiti e riscoprendo il valore della comunicazione reale. Solo così potrà essere difesa la libertà, la privacy e soprattutto l’autenticità dei cittadini, in un mondo sempre più virtuale.