Di Liala Antonino. “Il 58% delle foreste nazionali statunitensi sarà destinato al disboscamento.” Con questo annuncio, l’amministrazione Trump ha compiuto un nuovo passo indietro nella tutela ambientale. Dopo il ritiro dagli Accordi di Parigi, la cancellazione del Green Deal e il sostegno alle trivellazioni per i combustibili fossili, il mondo guarda con crescente preoccupazione una delle potenze globali che, anziché contribuire alla salvaguardia del pianeta, sembra intenzionata a sfruttarne ogni risorsa fino all’esaurimento. La decisione è conseguenza diretta dell’atto firmato il 1° marzo, che promuove lo sfruttamento commerciale delle aree boschive. L’obiettivo dichiarato è aumentare la produzione nazionale di legname e ridurre la dipendenza dalle importazioni canadesi. Eppure, solo lo scorso gennaio, il Paese è stato colpito da incendi devastanti che hanno interessato numerosi Stati, lasciando profonde cicatrici sul territorio e nella popolazione. Le aree colpite, rese eccezionalmente secche da temperature anomale, hanno confermato quanto il cambiamento climatico sia una minaccia concreta e imminente. Secondo la comunità scientifica, questi fenomeni estremi sono strettamente legati al riscaldamento globale. Tra le motivazioni avanzate dal governo per giustificare la nuova legge, emerge lo slogan: “meno alberi, meno incendi”. Una logica che contrasta apertamente con le evidenze scientifiche. “Quel che il presidente sembra ignorare è che la scienza dimostra l’esatto contrario”, ha dichiarato in un’intervista un ricercatore del Sierra Club, una delle principali organizzazioni ambientaliste del Paese. Un altro aspetto critico del provvedimento riguarda la limitazione del diritto di opposizione da parte di cittadini e associazioni. I ricorsi contro i progetti di disboscamento non saranno più ammessi, anche qualora questi comportino rischi evidenti per l’ambiente. Si stima che circa 455.000 chilometri quadrati di foreste scompariranno in tempi brevi. Insieme a loro, anche l’ecosistema che le abita. In un mondo afflitto da guerre e disastri ambientali, dove la ricerca ci ricorda ogni giorno l’importanza della natura e il suo ruolo fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza, alcuni leader proseguono il loro cammino bendati con le orecchie tappate, indisturbati dal grido di aiuto del pianeta che ogni giorno si avvicina sempre di più al punto di non ritorno.