Di Edoardo Spuntarelli. Il 25 aprile, come ogni anno, si celebra la Festa della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo: una data importante che segna un nuovo inizio per l’Italia e rappresenta il simbolo della lotta partigiana. In onore di questa ricorrenza, viene riproposto al cinema Porco Rosso, uno straordinario film di Hayao Miyazaki prodotto dallo Studio Ghibli.
Nato nel 1893, Marco Pagot è un aviatore della Prima Guerra Mondiale che rimane miracolosamente in vita dopo uno scontro aereo, dal quale esce però sfigurato, con il volto da maiale. Decide di abbandonare l’aeronautica e di diventare cacciatore di taglie di pirati dei cieli a bordo del suo aereo rosso: da qui il soprannome Porco Rosso. Nel film seguiamo le vicende di Marco a partire dal luglio 1929; in perfetto stile Ghibli, assistiamo al suo conflitto con la Marina ormai fascista, in parte comandata da un suo vecchio amico d’armi, Ferrarin, che vorrebbe averlo al proprio fianco. Marco combatte invece per la propria libertà e per la propria integrità morale.
Porco Rosso è un film che, oltre a essere un manifesto del pensiero politico di Miyazaki, ci racconta i conflitti interiori del protagonista, quasi come ne La metamorfosi di Kafka. Inoltre, la mutazione subita dal protagonista, sebbene fisica, simboleggia l’allontanamento da ogni ideale e bandiera: un modo per non essere più rappresentati da nessuno ed essere padroni di sé stessi, combattendo per ciò in cui si crede realmente.
Nel film emerge anche un profondo amore di Miyazaki per l’Italia: innanzitutto perché la vicenda è ambientata a Milano e in altre località della nostra penisola; inoltre, il cognome del protagonista, Pagot, omaggia i fratelli Toni e Nino Pagot, innovatori dell’animazione italiani e creatori dei personaggi Calimero e Grisù, il draghetto.
In definitiva, Porco Rosso è un film da vedere assolutamente, anche solo per ammirare i disegni fantastici dello Studio Ghibli, che non sbaglia mai; ma soprattutto per ricordare, con leggerezza – ma non in modo superficiale –, la Liberazione dell’Italia e festeggiare tornando in sala, contribuendo a ravvivare il cinema, sempre più svuotato dall’avvento delle piattaforme di streaming.
Ferrarin: “Senti, Marco… rientra in aeronautica! Ora come ora con il nostro potere in qualche modo faremmo!”
Porco: “Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale”
Ferrarin: “L’epoca degli aviatori di ventura è finita! Non resta altro che volare sobbarcati di sponsor triviali come lo Stato o la Nazione”
Porco: “Io non volo che con i miei proventi”
Ferrarin: “Anche volando un maiale resta un maiale “