Di Luigi De Vincentis. Dieci sold-out all’Olimpico non sono un caso, non se ti chiami Ultimo. C’è qualcosa di speciale in lui: l’autenticità, quel filo invisibile che lega le sue canzoni all’anima di chi ascolta. Niccolò Morriconi, questo il vero nome di Ultimo, non canta per apparire, canta per guarire, per raccontare e per sentirsi meno solo. Così facendo però fa sentire meno soli anche noi. È un’anima nuda che scrive col cuore e canta con l’anima. Ha scelto sempre la verità ed è proprio per questo che le sue parole riescono ad entrare profondamente nelle vite di chi lo ascolta. Ultimo non canta di perfezione, ma di crepe, assenze, amori perduti e sogni che resistono anche quando potrebbero svanire. Dai primi concerti fino ai suoi live negli stadi, ha portato sul palco le sue fragilità. Canzoni come 22 Setttembre, Sogni Appesi, Ti Dedico il Silenzio, Pianeti, fino all’ultima sua poesia, uscita venerdì 18 aprile, dal titolo Bella Davvero, sono veri e propri squarci nell’intimità di un ragazzo che non ha mai avuto paura di mostrarsi per quello che è: imperfetto, sincero ma soprattutto innamorato della vita anche quando fa male. Ha fatto della sua storia la sua forza. Ha trasformato le sue cicatrici in arte e i silenzi in canzoni. Ha scelto la musica per esprimere ciò che le parole, da sole, non bastano a raccontare. Ogni brano è un frammento di verità, un respiro condiviso con chi sente di non farcela ma che, nonostante tutto, non smette mai di provarci. Ogni nota, ogni parola, sembra urlare un bisogno urgente di verità. La sua musica è un rifugio per chi ha un nodo in gola e cerca risposte. È il diario di chi si sente fuori posto, ma trova nella melodia un abbraccio. Tutto questo a costo di non sentirsi apprezzato. La critica non lo può vedere. Nel 2019 gli fu addossata a Sanremo l’etichetta dello “spocchioso”, ma Ultimo non è così. Non è mai stato un artista costruito, non è mai stato un cantautore da copertina. È semplicemente un ragazzo, con le sue emozioni, spesso troppo grandi da contenere. Quando viene attaccato si difende con l’unico strumento che conosce, la verità. Nonostante i toni si siano abbassati preferisce parlare senza intermediari, direttamente ai suoi fans. Non vuole essere interpretato, vuole esser capito. Non vuole fingere. Se sbaglia lo fa davanti a tutti. Ultimo non è un personaggio, è un essere umano che canta per curare le sue ferite, che vive ogni emozione come fosse l’ultima, che non smetterà mai di dire quello che sente davvero. Nei suoi concerti le luci si accendono non solo per illuminare gli stadi ma per far capire l’unione tra i suoi fan. Il suo segreto è proprio questo: non essere mai lontano da chi lo ascolta. Il pubblico lo ama perché non si nasconde, perché parla dritto al petto, senza filtri. Durante i concerti, quando alza gli occhi al cielo e grida “Buongiorno Vita”!, è come se lo dicesse anche per chi non trova le forze per farlo da solo. In quell’urlo c’è speranza, c’è la forza di chi ha scelto di restare umano. Ultimo non è solo un’artista: è una voce che racconta ciò che spesso non riusciamo a dire. È la colonna sonora delle notti più difficili, di chi vive a metà tra sogni troppo grandi e paure troppo vere. È il compagno silenzioso di chi, in fondo, ha solo bisogno di sentirsi capito. È la dimostrazione che, con la sensibilità e il coraggio di crederci ancora, si può arrivare ovunque, senza smettere di credere nelle favole e vivendo sempre coi sogni appesi.

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