Di Elisa Fuselli. Mestre, bambina di 11 anni aggredita dal violentatore seriale Massimiliano Mulas. Tra le ultime notizie di questi giorni, una bambina di età così giovane violentata da un quarantacinquenne con già svariati precedenti di questo genere. Anche oggi è toccato ad una donna. Bambina privata del sentirsi fiera di essere donna a soli 11 anni. A soli 11 anni probabilmente neanche sai cosa vuol dire essere donna e di certo un orrore del genere può solo farti pentire di esserlo. A soli 11 anni puoi essere solo che innocente di fronte ad un mondo che sembra così colorato. A soli 11 anni non vedi l’ora di diventare grande, di poter indossare finalmente quei tacchi che tua madre nasconde sotto il letto per non farli prendere. A soli 11 anni sei così impaziente di scoprire cosa la vita ti riserva. Poi però ti ritrovi a soli 11 anni ad avere paura del genere maschile e ad essere abusata da quest’ultimo. Da lì capisci che il mondo rose e fiori che ti eri immaginata non è realmente così. Una crudeltà del genere ti segna a vita, ti segna perché ti fa sentire sbagliata, spogliata dei propri diritti e ti lascia così, incredula, impotente talmente tanto che non riesci persino a muoverti, speri solo che quello che è successo non sia accaduto davvero, e rimani a pensare, perché a me?. Una risposta che non l’avrà mai e questo perché è impensabile che un essere umano arrivi a compiere un atto così tremendo. D’altronde però notizie del genere sfortunatamente si sentono spesso questo perché il sistema che dovrebbe tutelarci aspetta ad intervenire quando il fatto è già accaduto e non cerca di prevenirlo. Lasciare libero un uomo dopo soli 8 anni di carcere nonostante abbia commesso più volte lo stesso genere di crimine, posso dire che è una vergogna. Il sistema non potrà mai togliere dalla testa della bambina l’abuso che ha subito, ma potrebbe muoversi per evitarne altri. Se c’è qualcosa di cui vergognarsi è quello di vivere in un mondo in cui sono presenti anche questo tipo di persone, ma mai la vergogna di essere donna.