Di Diego Valentini. Se queste sono le premesse si può cominciare a pensare davvero in grande. Lorenzo Musetti ci ha stupito di nuovo e forse stavolta più di altre. Il  tennista di Carrara perde in finale contro un Carlos Alcaraz sicuramente superiore, ma lo fa al termine di un torneo giocato bene, con la sua indiscutibile classe e con una determinazione che raramente avevamo visto in lui, soprattutto  nei momenti decisivi. I più grandi limiti del tennista italiano infatti sono sempre stati la poca costanza nei risultati ed un carattere ancora troppo debole, abituato a lasciarsi andare davanti alle prime difficoltà. Ciò però non è avvenuto al principato di Monaco settimana scorsa. Musetti ha lottato con le unghie e con i denti, spesso davanti a situazioni scomode in cui si è ritrovato a dover rimontare un set di svantaggio e a ribaltare il risultato, come accaduto nella semifinale contro Alex De Minaur. Usare la testa nel gioco del tennis è una cosa fondamentale ed il tennista azzurro in questo torneo l’ha fatto alla grande, tanto  da ricevere i complimenti da un’icona del nostro tennis come Adriano Panatta. Quest’ultimo lo ha definito intelligente come Albert Einstein e lo ha esaltato per il suo modo di giocare molto ragionato. A questo punto si può dire che Lorenzo sia arrivato finalmente ad una maturità che non aveva mai avuto, ad una consapevolezza che lo potrà aiutare a puntare sempre più in alto. È normale che  la sconfitta in finale bruci, ma è arrivata anche a causa di un problema fisico che sicuramente ha compromesso in parte il risultato. L’amarezza è tanta ed il primo titolo in un Masters 1000 ancora non è arrivato, ma Musetti adesso andrà a giocare prima l’ATP di Madrid e poi gli Internazionali d’Italia a Roma con la consapevolezza che sulla terra rossa può ambire a qualcosa in più, magari ad una meritata vittoria. Niente è perduto, c’è tempo per qualsiasi tipo di traguardo, ma di sicuro Lorenzo deve continuare così, deve continuare, come cantava Pierangelo Bertoli, A MUSO DURO!

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