Di Federico Simone. Che il Bologna, a fine aprile, fosse in piena lotta per un posto in Champions League, avesse conquistato la finale di Coppa Italia e riuscisse a tenere testa alle big del campionato italiano non era affatto scontato. Anzi, diciamolo chiaramente: era quasi impensabile.
Durante tutta la sessione di mercato estiva 2024/25, infatti, i riflettori erano puntati sulle mosse delle grandi, come Milan, Juventus e Napoli, mentre del Bologna si parlava quasi esclusivamente per le cessioni eccellenti e remunerative.
Pochi, pochissimi, sottolineavano l’importanza dell’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina rossoblù e di ciò che avrebbe potuto rappresentare per una piazza storica e ambiziosa come quella felsinea.
Un altro fattore fondamentale – e mai scontato – nel cammino straordinario del Bologna in questa stagione è stato senza dubbio il sostegno dei suoi tifosi, che hanno dimostrato grande fiducia nelle scelte tecniche della società.
Sin dalle prime giornate di campionato, in cui si erano già intraviste alcune differenze tattiche rispetto alla scorsa stagione e nonostante i soli tre punti conquistati nelle prime quattro partite, il pubblico rossoblù ha saputo trasmettere calore e vicinanza alla squadra e a Vincenzo Italiano, diventando un autentico dodicesimo uomo in campo.
In ogni stagione è naturale attraversare momenti di flessione, sia a livello tattico che fisico e mentale. E sebbene il campionato non sia ancora concluso, uno di questi momenti è coinciso con l’approccio a una delle competizioni più affascinanti e impegnative del panorama calcistico: la Champions League.
La partecipazione alla massima competizione europea ha portato entusiasmo e nuove sfide, ma anche la necessità di gestire ritmi elevatissimi e avversari di spessore. Se da un lato la Champions è stata un catalizzatore di motivazioni, dall’altro ha richiesto inevitabilmente un assestamento, influenzando a tratti la brillantezza in Serie A.
Le prime partite internazionali hanno messo in evidenza una differenza di esperienza, con qualche inevitabile ripercussione sul rendimento interno. Tuttavia, il percorso europeo è stato soprattutto un acceleratore di crescita e di consapevolezza, arricchendo la squadra di nuove competenze preziose per il futuro.
La vittoria contro il Borussia Dortmund ha rappresentato uno dei picchi emotivi della stagione, una dimostrazione concreta del potenziale di questo gruppo. Anche se l’eliminazione ha posto fine al sogno europeo, il cammino in Champions ha segnato una tappa fondamentale nella maturazione della squadra.
Nella seconda parte della stagione, il Dall’Ara è diventato una vera e propria roccaforte, difficile da espugnare anche per le big del campionato.
Il Bologna si è così affermato, giornata dopo giornata, come una seria e credibile concorrente per un posto in Champions League — e chissà che la stagione non possa essere impreziosita anche da un trofeo che, fino a pochi mesi fa, sembrava solo un sogno lontano.