Di Hailie Bisonni. In Italia le donne sono ancora costrette a scegliere tra carriera e maternità. Nel 2025 esistono diverse pressioni sociali sul ruolo materno. Se sei una donna e non hai dei figli sei mal vista dalla società, mentre se hai intenzione di averne diventi un problema a livello lavorativo. Nessuna di noi è libera di prendere delle decisioni sul proprio corpo senza portare ad un problema o a dei pregiudizi.

Nei colloqui di lavoro, una delle prime domande che si pone ad ogni donna è: hai in programma di rimanere incinta? Un quesito che cela una vera e propria pressione sociale sul ruolo materno, come se non ci fosse più il diritto di scegliere se avere o meno dei figli.

Nonostante esistano delle leggi che tutelano le gravidanze e il congedo familiare, la maternità è ancora un diritto negato ad ogni donna che tenta di accedere a determinati impieghi. La gravidanza sembra essere diventata una colpa e un ostacolo all’interno di un sistema pensato per uno standard maschile. Questo problema va oltre l’ambito lavorativo. In fondo si tratta di un diritto fondamentale di ogni donna di decidere sul proprio corpo. La libertà femminile viene costantemente messa sotto processo in cui a decidere sono molto spesso gli uomini.

Moltissime lavoratrici rinunciano a diventare madri per il timore di perdere un posto di lavoro o di veder svanire una opportunità di carriera. Il ruolo di donna lavoratrice, attraverso questo sistema, è tuttora sottoposto all’uomo e per poter accedere ad un impiego deve fare ciò che viene deciso da quest’ultimo. Non possiamo limitarci a fare ciò che decidono gli uomini sul nostro corpo. Ogni donna è libera di prendere delle decisioni su se stessa e ciò non può e non deve influire sul posto di lavoro.

La maternità non può essere una debolezza, né un favore concesso da terze parti. È un diritto di scelta personale che deve essere rispettata e tutelata. La parità di genere potrà esistere solo quando le donne potranno avere libertà di scelta, senza alcuna paura o penalizzazione.

Fino a quando ogni donna non sarà libera di decidere per sé stessa, non si potrà parlare di uguaglianza reale.