Di Aurora Calicchia. Roma, 1 maggio 2025 – La primavera ha avuto un suono preciso quest’anno: il groove della batteria e del basso, l’urlo dei cantanti, il coro di migliaia di voci intrecciate sotto il cielo di Piazza San Giovanni.
Il Concertone del Primo Maggio è tornato anche quest’anno, ed è stato molto più di un semplice concerto: è stato un’esplosione di emozioni, un rito laico collettivo, un grido di appartenenza.
Sul palco si sono alternati giganti della musica italiana e nuove promesse, in un flusso sonoro che ha unito generazioni, storie, sogni. Un’unione che ha dato speranza, che ha simboleggiato la lotta per i diritti, sin dall’apertura del concerto, con Bella Ciao interpretata da Leo Gassmann.
La conduzione affidata a Noemi, Ermal Meta e BigMama è stata un perfetto equilibrio tra carisma, ironia e profondità. A sorprendere il pubblico è stato anche Vincenzo Schettini, il prof influencer, che ha saputo parlare ai giovani con la semplicità di chi ama davvero ciò che racconta: il sapere, la curiosità, la vita. Ha dimostrato, ancora una volta, che la conoscenza, applicata alla vita quotidiana, può creare uno spazio di condivisione unico.
Il tema di quest’anno, “Il futuro suona oggi”, non è rimasto solo uno slogan. È diventato carne e voce nei brani che hanno parlato di lavoro, di diritti, di lotta e di sogni. Ogni nota era un inno alla dignità, un invito alla resistenza, e il pubblico ha risposto con una presenza massiccia e vibrante: tutti stretti in un abbraccio lungo un’intera giornata, cullati dal ritmo incessante del cambiamento.
BigMama, con la sua presenza potente e inclusiva, ha emozionato tutti con il suo monologo: «Nell’ultimo periodo c’è tantissimo odio. Tantissimo. Io mi chiedo: perché vi parte questo sadismo, che magari arriva dall’insoddisfazione? Se non vi piaccio io cambiate canale; se non vi piace il mio corpo fate in modo di non diventare mai come me; se non vi piace quello che dico, bloccatemi: ma fateci vivere.».
Le sue parole sono diventate uno dei mantra della giornata, un’eco fondamentale che ha risuonato nella piazza e nei cuori di chi lotta con la paura del giudizio altrui ogni giorno. Il Concertone 2025 non è stato solo una festa, ma la dichiarazione di un’Italia che non ha paura di alzare la voce, che crede ancora che la musica possa cambiare qualcosa. Forse tutto. E quando le ultime note sono svanite nel cielo romano, il silenzio non è stato vuoto. È stato pieno di promesse. Di quelle che solo la musica sa fare…e mantenere.