Di Federico Simone. Si è appena conclusa una delle partite più belle ed emozionanti di questa edizione della Champions League. E non sono soltanto i tifosi di Inter e Barcellona a dirlo: anche le platee neutrali concordano nel definire questa semifinale d’andata una vera e propria celebrazione del grande calcio.
Un match destinato a restare impresso nella memoria collettiva, grazie a una sequenza di colpi di scena che ne hanno scandito il ritmo: dal gol lampo di Marcus Thuram, alle giocate straordinarie di Lamine Yamal — sempre più convincente e, a soli 17 anni, già considerato da molti la miglior ala al mondo — fino alla sorprendente doppietta di Denzel Dumfries, spesso criticato negli anni passati, sia dalla stampa che dagli stessi tifosi nerazzurri.
Torniamo allora allo Stadio Olimpico Lluís Companys, teatro di una battaglia ad alta intensità. In campo, due squadre arrivate a questo punto della stagione con carichi di lavoro pesanti sulle spalle. I favori del pronostico pendevano tutti dalla parte del Barcellona di Hansi Flick, imbattuto in casa per tutto il 2025. L’Inter, al contrario, si presentava al match nel suo momento più delicato: in pochi giorni aveva visto sfumare la finale di Coppa Italia e perso la vetta della Serie A a vantaggio del Napoli. Alla vigilia, in pochi avrebbero scommesso su una vittoria — o persino su un pareggio — per la squadra di Simone Inzaghi, contro un Barça capace, anche sotto di due o tre gol, di ribaltare tutto con impressionante regolarità.
Il primo tempo è stato un’autentica altalena di emozioni e gol. L’Inter ha sorpreso tutti partendo forte e portandosi sul 2-0 grazie alle reti di Thuram e Dumfries, sfruttando al massimo fisicità e cinismo. Il Barcellona, però, ha reagito con carattere: prima ha accorciato le distanze con una giocata di Yamal, poi ha trovato il pari con Ferran Torres poco prima dell’intervallo. Quarantacinque minuti spettacolari, ad altissimo ritmo, ma anche segnati da evidenti disattenzioni difensive da entrambe le parti.
La ripresa ha offerto meno gol, ma non minore tensione. L’Inter si è riportata avanti con la doppietta personale di Dumfries, prima del definitivo 3-3 firmato da Raphinha, complice una deviazione sfortunata di Sommer. Il finale è stato da brividi: occasioni da una parte e dall’altra, un gol annullato ai nerazzurri e un equilibrio sempre appeso a un filo. Meno reti rispetto alla prima frazione, ma stesso copione: emozioni, fragilità difensive e una continua incertezza sul risultato.
In conclusione, la spettacolare semifinale d’andata tra Barcellona e Inter ha infiammato gli animi e ribadito l’imprevedibile bellezza del calcio europeo. Ma al di là dei sei gol e dell’adrenalina, resta l’ombra di due difese troppo vulnerabili per squadre che ambiscono alla finale. Se da un lato il talento cristallino di un giovanissimo Yamal e la ritrovata vena realizzativa di Dumfries hanno illuminato la serata, dall’altro le numerose concessioni difensive indicano la necessità, per Flick e Inzaghi, di intervenire con urgenza.
Il pareggio pirotecnico lascia tutto aperto in vista del ritorno a San Siro, dove però servirà ben altro equilibrio per evitare che un’altra girandola di gol diventi fatale. La Champions non perdona: per vincere, l’attacco da solo non basta.