Di Luigi De Vincentis. C’è qualcosa che non cambia, anche se tutto cambia. C’è una voce che accompagna da decenni le giornate, le notti, le attese. Una voce che non ha mai avuto bisogno di sovrastrutture o effetti speciali. Luciano Ligabue è stato, ed è, il punto di riferimento per chi cerca autenticità. Per chi ha bisogno di parole vere, dirette, senza filtri. E tra tutte le sue canzoni, ce n’è una che non ha mai perso potenza. Certe notti compie trent’anni, eppure sembra ancora la colonna sonora perfetta per chiunque abbia voglia di libertà, verità, compagnia. Trent’anni di una canzone che è diventata rifugio, sfogo, specchio. E ora, a Campovolo, si celebra di nuovo. Non solo la carriera di un artista. Ma il legame con un pubblico intero. Quattro volte, in vent’anni, Ligabue ha trasformato un campo d’aviazione in qualcosa di irripetibile: un momento collettivo, un rito laico, una casa comune. Non servono dettagli tecnici, dati, scalette. Chi c’era lo sa: ogni Campovolo ha lasciato qualcosa di indelebile. Nel 2005, è stato tutto nuovo. Un palco enorme, quattro band, 160.000 persone. Qualcosa di mai visto in Italia. È stato il primo segnale: Ligabue non era solo un artista di successo, era un catalizzatore di energia, emozione, verità. Nel 2011, è arrivata la conferma. Si è tornati lì per dirsi che quell’emozione non era un caso. Che aveva senso, che aveva forza. Che Campovolo era diventato un luogo dell’anima.Nel 2015, c’erano da festeggiare 25 anni di carriera. Ma era molto più di un anniversario. Era una festa collettiva. L’occasione per fermarsi e guardare indietro senza rimpianti, ma con gratitudine. Perché quelle canzoni ci avevano accompagnato davvero: nelle auto, nei bar, nei momenti belli e in quelli duri. Sempre. Nel 2022, dopo la pandemia, la musica è tornata dal vivo. E Campovolo è stato il posto giusto per dirsi “ci siamo ancora”. Era come se ci fosse bisogno di cantare forte per ripartire. Non solo come fan, ma come persone. E ora, 2025. Trent’anni di una canzone che ha segnato un prima e un dopo. Ligabue decide di tornare lì. Ma stavolta non serve nemmeno spiegare troppo. Il titolo basta:La notte di Certe Notti”.Chi conosce quella canzone sa cosa significa. È la canzone che mette in fila tutto: la libertà, la fatica, la noia, l’euforia, la notte che non vuole finire, gli amici veri, le auto consumate, le sigarette fumate in silenzio, le chiacchiere infinite, la sensazione che qualcosa debba succedere.E anche quando non succede, va bene così.”Certe notti” è diventata un’espressione che usiamo anche senza pensarci.Perché ha messo le parole giuste su qualcosa che tutti conosciamo, ma che pochi sapevano raccontare.Non è mai stata la canzone più “complicata” di Ligabue. Non è quella più rock, né la più malinconica. Ma è quella che ha saputo parlare a tutti, senza bisogno di spiegazioni. Ha un ritmo che fa compagnia. Un testo che sembra scritto ascoltando una chiacchiera tra amici.Una melodia che non invecchia mai. E quando parte, ancora oggi, anche chi non ascolta Ligabue da anni si ferma. La canta. Perché non è solo sua. È anche nostra. Campovolo non è un posto comodo. Non ci si arriva per caso. Bisogna volerci andare. Prepararsi. Fare file. Camminare tanto. Ma una volta dentro, quando si spegne la luce e parte la musica, tutto il resto sparisce. Si canta con chi hai accanto, anche se non lo conosci. Si piange senza vergogna. Si ride per un ricordo che torna all’improvviso. Si sente che non sei solo, anche se nella vita di tutti i giorni ti capita di esserlo. Campovolo è dove si torna per ricordare perché certe canzoni contano.Nel 2025, Luciano non festeggia solo una canzone. Festeggia trentacinque anni di connessione vera con chi lo ascolta. Festeggia ogni volta che qualcuno si è sentito capito grazie a una strofa. Ogni volta che “Certe notti” ha fatto compagnia a una solitudine. Ogni volta che, anche senza grandi parole, la musica ha fatto il suo dovere: farci sentire meno soli. Perché certe notti non le dimentichi. E quando ti capita di riviverle, anche solo per due ore sotto un palco, capisci che la musica, quella vera, non ti lascia mai.

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