Di Giulia Frigeri. Il perdono è una parola che ci fa riflettere, un concetto che non può essere ridotto a qualcosa di semplice. Non è sempre facile, tantomeno immediato o scontato, quando si parla di perdono, non si parla solo di fare un favore a qualcuno o di lasciare andare, si parla di un processo interiore che spesso richiede tempo e fatica.
Perdonare non significa dimenticare, né fare finta che non sia successo nulla, perdonare è riconoscere il dolore che c’è stato, senza cercare di rimuoverlo. Non è un atto di bontà, ma una decisione personale, che nasce dalla consapevolezza che il rancore non porterà a nulla.
Non tutti sono pronti o disposti a perdonare, a volte, il dolore è talmente grande che lasciare andare sembra impossibile. Anche questo fa parte del perdono, sapere che ognuno ha i propri tempi, e che il perdono arriva quando è il momento giusto, a modo suo.
C’è anche il rischio che perdonare non cambi nulla, che non cancelli il passato. Il perdono non ripara il danno e non rende tutto più facile, ma può togliere un peso dal cuore, anche solo un po’, e non lo facciamo per l’altro, ma per noi stessi.
In fondo, il perdono è un passaggio, un atto che facciamo per noi, non per gli altri. Non è un obbligo, né un dovere, ma una scelta che può darci una forma di libertà, a che se non sempre.
Il perdono è un cammino che non tutti sono pronti ad affrontare, e anche quando lo si fa, non significa che tutto diventi più facile. Ma, alla fine, forse è proprio questo, un passo che scegliamo di fare, un gesto che ci riguarda nel profondo, e a volte basta.
Attualità/Il perdono