Di Martina Sperandio. Anche chi possiede un carattere forte, deciso, determinato, può ritrovarsi a fare i conti con la difficoltà di mettersi in gioco. Cosa si intende con mettersi in gioco? Esporsi, dire la nostra, provare. È un senso di disagio che nasce dalla paura di non essere all’altezza, di non avere niente di interessante da comunicare, di non dire le cose nel modo giusto agli occhi degli altri. Capita, ad esempio, che davanti ad una semplice richiesta, come dire la propria in aula, qualcosa si inceppi: le parole si affollano nella mente, ma non riescono a trasformarsi in voce. Eppure dentro c’è chiarezza, c’è una visione lucida delle cose. Ma quella lucidità viene sopraffatta da un senso di disagio, di timore, di paura di sembrare fuori posto, di comunicare qualcosa di banale. È un’esperienza comune, anche se poco raccontata, perché la difficoltà di esporsi, quando non è legata a una timidezza evidente, appare meno legittima. Ma esiste. E pesa. Può accadere a chiunque abbia imparato a mostrarsi forte, a chi sente la responsabilità di dover mantenere sempre un certo livello di sicurezza e controllo. Si impara con il tempo, però, che mettersi in gioco non significa essere perfetti o brillanti in ogni occasione. Significa, piuttosto, accettare l’imperfezione dell’istante, la fragilità del momento in cui si decide di parlare, agire, mostrarsi. Significa scegliere di esserci, anche con un nodo in gola, superando la paura, il timore, la vergogna. E ogni volta che questo passo viene compiuto, qualcosa cambia: ci si sente meglio, soddisfatti di averci almeno provato, indipendentemente da come sia andata. Non si tratta di forzarsi, ma di allenarsi. A piccoli gesti. A piccole aperture. Perché il coraggio non è l’assenza di paura, ma la scelta di non lasciarsene dominare. E chi sa riconoscere i propri blocchi, senza rinnegarli, sta già iniziando a superarli. Io ho riconosciuto il mio blocco e, proprio perché non mi sta bene, ho deciso di affrontarlo, prenderlo di petto, perché solo così mi sentirò meglio con me stessa. Forse è proprio questo il vero segno di forza: non l’infallibilità, ma la volontà di crescere. Un passo alla volta, anche quando la voce trema. Anche quando il cuore batte più forte.
Cultura/Il coraggio di mettersi in gioco