Di Giulia Costantini. Negli ultimi anni possiamo dire di averne viste davvero di tutti i colori. Eppure, un nuovo trend sta spopolando sulle piattaforme social, in particolare su TikTok. “Get ready with me… to cry”, dicono, ovvero: “Preparati con me… per piangere”, e sembra funzionare, attirando un interesse sempre più diffuso.

Si tratta di una tipologia di video in cui la ragazza, o il ragazzo in questione, racconta la propria crisi emotiva in tempo reale, struccandosi e rendendo gli spettatori partecipi del momento. Sembra quasi uno sketch, ma è tutto vero.

Questi video, infatti, mescolano vulnerabilità autentica e consapevolezza scenica. Il confine tra sfogo personale e contenuto virale si fa sempre più sottile: ci si mostra fragili, sì, ma con le luci giuste e una narrazione ben costruita. Il pubblico commenta, partecipa, consola, a volte giudica.

E mentre il dolore viene esposto al web, sorge spontanea una domanda: è un modo per elaborare il dolore, cercando di far sentire meno sole le persone che possono empatizzare, o è solo un altro modo per capitalizzarlo?

Nel mondo dei social, dove ogni emozione può trasformarsi in contenuto, dove ogni lacrima, come ogni risata, può essere monetizzata, è giusto porsi queste domande. È ormai chiaro come anche la tristezza abbia trovato il suo spazio in prima serata. Forse è vero che dietro un “get ready with me” e una crisi raccontata in live si nasconde un bisogno autentico di connessione.

O forse, più semplicemente, è solo l’ennesima tendenza da cavalcare.

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:GOSSIP