Di Beatrice Pastore. Nella nostra società siamo noi tutti portati a condurre una vita frenetica, orari, programmi, appuntamenti, agende fittissime, che scandiscono le nostre giornate. Non è possibile rallentare bisogna stare al ritmo della nostra vita senza battute di arresto, perché quelle sono viste come segno di debolezza. Ci troviamo in un mondo in cui tutto è possibile ma nulla più ha un significato stabile, è difficile trovare dei punti di riferimento perché il mondo sta correndo troppo veloce. Le persone così devono costruire la loro identità, ma per farlo c’è bisogno di tempo, della possibilità di sbagliare… ma in una società che valorizza la velocità questo tempo non si trova. Devi essere sempre più veloce di tutto e tutti. E così molti si sentono persi, e soffocati da quel desiderio di trovare la propria strada. Nella frenetica vita di tutti i giorni non riusciamo a comprendere che danno rappresenti vivere in questo modo. Vedete siamo come dei treni in corsa, non comprendiamo davvero quello che stiamo facendo, non ci accorgiamo che magari abbiamo vicino qualcuno che chiede aiuto, non esprimiamo più le nostre emozioni, ci risulta dispendioso domandare ad un’altra persona “come stai?”, ma siamo sicuri che questo significa vivere pienamente la vita?Apriamo le pagine di internet, leggiamo sui giornali di una società in cui crescono sempre di più i problemi legati ad ansia, stress e depressione. Ed è un problema che, come ci dicono i dati, non colpisce solo i giovani ma diventa ormai un fenomeno molto diffuso anche tra le persone più grandi, ma allora mi chiedo com’è possibile sprofondare così facilmente nell’oscurità in una vita che tutto sommato ti da la possibilità di costruirti un’identità e trovare un proprio posto nel mondo? Non bisogna più rimanere fermi davanti a questo problema, la giovinezza dovrebbe essere macchiata di spensieratezza, felicità e amore per la vita e invece sentiamo parlare quotidianamente di giovani ragazzi che manifestano problemi di ansia o insoddisfazione. Forse perché siamo abituati a vedere tutto come una gara, quello che faccio mi deve portare ad un traguardo, il quale magari non raggiungeremo mai. O forse perché la velocità ci piace, è un rifugio in cui ripararsi per non fare i conti con noi stessi e con chi ci sta intorno… perché tra i tuoi tanti impegni non avrai tempo di domandarti: “come sto?”, sto facendo la cosa giusta? Cosa voglio essere?
Domande dalle quali tutti preferiamo scappare perché a volte è meglio fare finta di niente pur di fare i conti con il proprio io. Poi vediamo tutto ciò che lento come una minaccia, qualcuno che è pigro, che si vuole arrendere. Se sei più lento di un altro il mondo ti mangia, devi essere più scaltro, devi dire subito la tua idea perché potresti essere anticipato da un’idea migliore della tua. Viviamo in una realtà in cui la parola d’ordine è diventata “andar di fretta”, giorno dopo giorno si vive con ritmi sempre più pressanti. Ecco come invece sarebbe opportuno riacquisire il valore del tempo, fermarsi e prendere possesso del tempo che scorre, usarlo per riflettere su i nostri desideri, sogni, bisogni, felicità. I dati in aumento di problemi legati ad ansia e depressione nei giovani, tra le cause di questo dato che cresce sempre di più c’è proprio la società e il modo di vivere in cui si stanno perdendo dei valori che devono costruire le radici di ognuno di noi. Il valore del tempo è uno dei caposaldi di ogni individuo, vivere pienamente la vita solo così avrai preso possesso della tua esistenza. Dedichiamo del tempo ad innamorarci, viaggiare, conoscerci dentro, ascoltare, vivere anche dei momenti di noia e capire proprio che ci sono anche questi momenti. Io individuo ho valore in quanto tale non per quello che ho. Molto spesso in questa società che corre inesorabilmente pensiamo che valiamo se hai la bellezza, se hai la macchina più bella, il lavoro che tutti sognano… si cerca di raggiungere dei canoni di perfezione per sentirsi in pace con se stessi, anche se in realtà chi mai raggiungerà la perfezione. Quindi basta andare alla ricerca di questa spasmodica perfezione, in cui viene meno anche il concetto di “comunità”, del “noi”, perché lo scopo sta diventando quello di dimostrare di essere sempre migliore dell’altro. Bisognerebbe cambiare prospettiva, non siamo come dei cavalli da corsa, dove il nostro valore è misurato dal successo, vali se sei bravo, non è così e non lo può essere, siamo imperfetti e qui risiede la nostra bellezza. Ognuno corre a velocità diverse a seconda degli imprevisti della sua vita, se ci continuano a dire di correre, correre sempre più veloci finiamo per cadere nel buio. Corriamo per sentirci efficienti, che stiamo dando un senso al nostro quotidiano ma finiamo per non goderci i momenti e intanto il tempo passa. Questo in adolescenza, per esempio, è pericoloso poiché si compiono molte azioni ancora con l’incognita del proprio futuro, la giovinezza è una fase in cui si prende piano piano coscienza di se stessi. E intatto le lancette scorrono passano giorni ed anni e diventi adulto, dove lì forse hai una percezione diversa del tempo, acquisisci più consapevolezza di ciò che accade. Dovremmo noi tutti apprezzare di essere qui, ma esserci pienamente, completamente e viversi ogni momento senza alcuna ossessione di ciò che avresti voluto avere. Ascoltiamoci e quando c’è bisogno rallentiamo, e allontaniamoci da questo vortice vertiginoso nel quale possiamo essere inghiottiti, apprezziamo tutti gli istanti di questa vita, anche quelli in cui dobbiamo fare i conti con la nostra persona. Solo così diventeremo padroni del nostro tempo, decido io come passare le mie giornate, capendo quali sono le nostre priorità e cosa è superfluo. Rallentare non deve essere visto come una caduta ma come un momento per avere maggiore consapevolezza di ciò che è la nostra vita, vogliamo dedicare il tempo, in quanto bene prezioso, a quello che davvero conta per noi e non quello che facciamo per piacere e omologarsi ai ritmi incessanti della modernità.