Di Nicoletta Carli. Donne picchiate, uccise, seviziate. Stupri, molestie. Ma quello schiaffo sul viso, quella mano invadente, è solo una parte della violenza. Come un incendio in pieno verde, la violenza di genere si amplifica, divampa fino a raggiungere orizzonti inimmaginabili. Si diffonde generando nuove forme di orrore, ben distanti da ciò che oseremmo definire umano. Urla, che a volte diventano
schiaffi, che possono trasformarsi in morte. Ogni frase, ogni gesto, ogni offesa come un colpo che va a segno, dritto a colpire quel pezzetto d’anima di ogni donna vittima di violenza, che sfiorisce. Appassisce e, giorno dopo giorno, muore. Come se non bastasse, gli attori carnefici della violenza di genere, hanno di fronte a loro l’imbarazzo della scelta. Possono scegliere come colpire, perché le forme di violenza a cui assistiamo si moltiplicano, assumendo forme sempre più sottilmente maligne. Gli ultimi dati Istat, pubblicati lo scorso 25 novembre 2021, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, danno voce a verità agghiaccianti. Del campione di donne intervistato, quasi il 90% subisce violenza psicologica. Quasi 9 donne su 10 convivono quotidianamente con un mostro che logora l’anima, che sussurra all’orecchio ‘’Tu non vali niente’’. Ogni giorno, ognuna di queste donne, vorrebbe rinascere cambiata perché le è stato fatto credere di essere sbagliata, di non essere abbastanza. Il 49% delle donne che hanno preso parte agli studi hanno subito violenza verbale in forma di minacce. Hanno sentito addosso la paura di un qualcosa che sarebbe potuto accadere. Hanno agito con timore per giorni, forse mesi; perché visto la cattiveria negli occhi di sarebbe stato capace di fare quanto promesso. Altre donne hanno subito violenza sessuale. Dallo stupro agli abusi, fino alle avances sessuali poco desiderate e desiderabili. Alcune tra loro sono state private della dignità di dire “No” ed essere rispettate nel loro volere. Una larga percentuale ha subito violenza economica. Dal mortificante “Ti ho campato io” fino al vedersi sottratto un ruolo lavorativo perché ‘’È più adatto ad un uomo’’; perché a volte la meritocrazia non paga se sei donna. Un altro 66% ha ricevuto schiaffi, spinte almeno una volta nella vita; o forse più. Forse sono state picchiate costantemente, ma in molti casi non ci è dato saperlo, perché sono imprigionate nella paura che hanno dei loro aguzzini e scelgono di non denunciare i danni subiti alle istituzioni. Ma se a tutto c’è una fine, deve esserci una fine anche a tutto il male subito da queste donne. È proprio in questi casi che entrano in gioco le associazioni rosa. Si tratta di associazioni che hanno l’obiettivo di far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza maschile sulle donne. Negli ultimi anni sono stati aiuti preziosi per ogni donna vittima di violenza e, data la più che rilevante importanza del loro aiuto, si stanno continuando a sviluppare da anni a questa parte numerosissime strutture su tutto il territorio nazionale. I servizi offerti da questi centri sono di vario tipo: spaziano dall’ascolto e supporto psicologico, all’accoglienza e sostegno all’autonomia. Alcune tra queste si occupano anche di supporto alle donne vittime di violenza nel percorso giudiziario e di allontanamento. Altrettanto preziose in un contesto sociale come quello contemporaneo, non del tutto superata l’emergenza pandemica, sono le associazioni che porgono la mano alle donne telematicamente, sfruttando l’istantaneità e l’interattività dei nuovi media di comunicazione. Insomma, con queste associazioni, ci si pone l’obiettivo di essere vicino più possibile alle donne in difficoltà con lo scopo ultimo di prendere le loro mani ed accompagnarle verso un futuro migliore.