Di Cesare Ercolani. 90 minuti separavano Mourinho dal scrivere la storia in una squadra dove l’ultimo trofeo risaliva al lontano 2008 con capitano un signore chiamato Francesco Totti e come allenatore il signor Luciano Spalletti, di quella squadra ieri sera non c’era nessuno, se non in tribuna a Tirana, o all’Olimpico o a casa, o con amici a tifare per quei colori, il giallo e il rosso che significano per i romanisti passione ma anche tanta sofferenza. Inizia l’avventura di Mourinho sulla panchina della Roma, quasi per caso, sicuramente il suo arrivo con il cambio di proprietà passando dalla gestione Pallotta alla proprietà dei Friedkin, era, a dir poco, inaspettato, come inaspettata è stata la vendita di un giocatore che era rimasto sempre a Roma, nonostante i rumors, le notizie che lo davano lontano dalla Capitale ogni anno, un punto di riferimento e un leader in campo e fuori e questo giocatore, Edin Dzeko, saluta per andare all’Inter, la sponda nera-azzurra di Milano, al suo posto viene comprato un giovane, inizialmente quasi uno sconosciuto con un ruolo da gregario nella squadra inglese del Chelsea, Tammy Abraham che senza paura prende la 9 appartenuta al bosniaco. Mourinho, arrivato a Roma non fa promesse, vuol far parlare il campo, sicuramente il suo, nonostante le critiche fatte da giornalisti, atri allenatori, è un nome che non ha bisogno di presentazioni, un allenatore anti-conformista, passionale che lavora seriamente, senza paura di dire la sua opinione, soprattutto se scomoda e difendendo sempre i suoi giocatori, ma inutile dire che i tifosi della Roma già sognano di poter vedere la loro squadra del cuore alzare un trofeo. La stagione inizia, come ogni anno, con alti e bassi e un rendimento scostante e con gli acquisti che inizialmente fanno fatica a ingranare. C’è una nuova competizione, la Conference League, a cui la squadra capitolina potrebbe partecipare ma prima ci sono gli spareggi contro il Trabzonspor, il 19 agosto 2021, data del primo round con la squadra turca che ha tante conoscenze italiane e giallorosse come Gervinho e Bruno Peres, ma la Roma non sbaglia alla prima ufficiale di Mourinho. Emozionante i debutti di Abraham e del portiere Rui Patricio con i gol di Zaniolo ritrovato dopo un grave infortunio, la Roma è entrata in Conference e questo è il sorteggio del suo girone con: Bodo/Glimt, Cska Sofia e Zorya L’obiettivo come spesso dichiarano i giocatori è pensare partita dopo partita ma passare il girone, per la rosa che ha la Roma, deve essere un dogma ma anche qui la strada si rivelerà piena di insidie. Inizialmente in questa competizione europea la Roma parte bene, un 5 a 1 al Cska che fa ben sperare i tifosi e il gol, il primo del nuovo 9 della Roma che riempie di gioia e anche la seconda partita proietta i giallo-rossi verso il primo posto del gruppo ma i problemi sono dietro l’angolo, l’ostacolo si chiama Bodo/Glimt, squadra norvegese, che la Roma non solo non riesce a battere ma perde con un sonoro e pesantissimo 6 a 1 facendo passare la squadra di Mourinho come una squadretta di calcetto del quartiere. La Roma da quella batosta non si riprende e non ottiene vendetta al ritorno, un 2-2 all’Olimpico che condanna i giallorossi al secondo posto del girone e a dover far bene contro le altre 2 squadre del girone, ci sono episodi a favore della squadra italiana che non vengono visti, ma se arbitro non fischia si deve giocare, e nonostante le proteste e le parole al veleno di Mourinho, ormai il pareggio è siglato e l’incubo Bodo continua ad attanagliare la mente di tutto l’ambiente romanista. La squadra passa il girone, in campionato le cose non vanno troppo per il meglio compreso il derby d’andata perso, il primo dell’allenatore portoghese sulla panchina della Roma con il gol dell’ ex Pedro che non rientrava nei piani dell’allenatore, ma si deve andare avanti e anche se in campionato la squadra continua ad essere altalenante, in Conference il primo avversario che si ritrova davanti, a porsi da ostacolo tra loro e la finale a Tirana, è il Vitesse, squadra olandese da non prendere sotto gamba; l’andata finisce 1 a 0 grazie a Oliviera e si giocherà il ritorno all’Olimpico a casa della Roma, dove per sostenere la squadra si sono radunati più di 70mila tifosi e dove dopo quella partita, ci sarà un altro match importantissimo quello di campionato contro la Lazio, ma prima bisogna pensare a quei 90 minuti che dividono la squadra di Mourinho dai quarti di finale. La partita non inizia bene, la squadra italiana nonostante i diversi tentativi non realizza e il gol lo trova al 60′ il Vitesse, 1 a 0 e i fantasmi del passato che bussano alla porta della squadra e alla mente dei tifosi, ma Mourinho ha un’idea, mette dentro la mischia Karsdrop e la partita cambia, la Roma comincia a giocare ma la porta avversaria sembra stregata, sembra tutto finito e che si debba andare ai supplementari, ma il calcio si sa è passione e follia e la partita finisce solo quando l’arbitro fischia. Al 90′, all’ultimo respiro, arriva un gol rocambolesco sempre suo, sempre quel 9, che ora non è più uno sconosciuto ma è idolo dei tifosi e punto fermo dell’attacco del mister. Roma ai quarti, e non solo, i giallorossi si prendono anche la rivincita al derby con un secco 3 a 0, e ora ad ostacolare la squadra per Tirana c’è, neanche a dirlo, l’incubo Bodo. A distanza di oltre cinque mesi dalla doppia disfatta nel girone, i giallorossi tornano al Circolo Polare Artico per sognare una finale che sarebbe storica, ma l’andata si chiude di nuovo a favore dei norvegesi, 2 a 1 e il ritorno si giocherà all’Olimpico. Una settimana dopo lo stadio è tutto esaurito per la partita, per far svegliare i giocatori da quell’incubo, a casa milioni di spettatori connessi per tifare per la loro squadra anche se nessuno può sentirli dal televisore, sbracciano, urlano come se fossero allo stadio e questo è una parte bellissima del calcio, la passione che coinvolge ogni tifoso; la partita finisce e la Roma finalmente si sveglia dall’incubo, esce dall’inferno chiamato Bodo rifilando alla squadra norvegese un 4 a 0 con il solito Abraham e la tripletta spumeggiante di Zaniolo. Semifinale dopo la tragica esperienza di mr. Fonseca nel 2021 in Europa League dove la Roma perse contro il Manchester United e dopo la semifinale del 2018 con mr. Di Francesco, passando incredibilmente contro il Barcellona, il sogno si era spezzato sempre in semifinale di Champions contro il Liverpool. Tocca un’altra inglese, un’ottima rosa di livello internazionale che anni prima aveva fatto la storia in Inghilterra vincendo una Premier grazie a mr. Ranieri e ai ragazzi che aveva tirato su, è Leicester- Roma la prima semifinale di Conference mentre l’altra semifinale vede due volti conosciuti nel calcio europeo e uno specialmente per la Roma e per la città di Roma, con l’incidente alla Barcaccia per colpa di alcuni tifosi olandesi, Marsiglia contro Feyenord. L’andata si chiude 1 a 1 tra gli inglesi e gli italiani, con uno sfortunato auto-gol del difensore giallorosso Mancini. Il ritorno lo sigla Abraham 1 a 0 e il muro giallorosso regge agli attacchi degli inglesi fino al 90° minuto più recupero e la Roma va in finale a Tirana dopo 31 anni, dopo la maledetta finale persa ai rigori contro il Liverpool e si troverà davanti proprio il Feyenord che aveva affrontato nel 2015, proprio quei tifosi olandesi che avevano deturpato la povera Barcaccia.
90 minuti per scrivere la storia, 90 minuti per far sognare sia giallorossi che italiani, ai primi un trofeo che manca dal 2008,ma che, più nello specifico, parlando di coppe europee non vince da 61 anni, gli italiani invece che non vedono alzare un trofeo internazionale da 12 anni, dal 2010, l’anno del Triplete dell’Inter, proprio con Mourinho come allenatore. Maggio mese d’incubi per i tifosi romanisti, dato che l’ultima volta che avevano giocato una finale a Maggio era contro la Lazio, era il 26 e la persero contro i cugini e da allora non sono più arrivati in finale di Coppa Italia. Una finale non la vince la squadra più riposata, una finale non la vince la squadra più forte, una finale si vince con il cuore, con la grinta, con i singoli episodi, una finale di Conference, della prima edizione di questa coppa, vincerla significa scrivere la storia. La finale è a Tirana, lo stadio è gremito di tifosi giallorossi e olandesi, all’Olimpico sono stati adibiti maxi-schermi per far vedere la partita con il prezzo di 10 euro a biglietto e più di 70mila tifosi che si sono recati allo stadio per tifare insieme. Il mister portoghese si affida ai suoi fedelissimi tra cui il giovane e talentuoso Zalewski del vivaio che è diventato punto di riferimento per il tecnico, la partita inizia e la finale però sembra subito in salita per la squadra giallorossa causa infortunio di Mkhitaryan dopo i primi minuti entra Sergio Oliviera e si riprende a giocare, un’azione pericolosa di Pellegrini, il capitano dopo Totti e De Rossi, un altro romano, romanista che cerca di sfatare il tabù Europa. Tranne quest’azione la prima mezz’ora è quasi soporifera per la squadra capitolina, ma al 32 del primo tempo i giallorossi sbloccano il match grazie al difensore centrare Mancini che effettua un lancio che scavalca la testa del difensore avversario e trova Zaniolo che supera il portiere in uscita firmando l’1-0. La partita si fa sofferta per i ragazzi di Mourinho che però non mollano e portano il primo tempo a casa, il secondo tempo è un attacco quasi continuo della squadra olandese ma Rui Patricio, Smalling, Ibanez e tutta la squadra soffrendo, insieme, dicono no a ogni tentativo olandese resistendo, sofferenza e occasioni, poche per i giallorossi, e si arriva al 90 che si è ancora 1 a 0 per la Roma, mancano 5 minuti, gli ultimi 5 minuti di recupero. La paura è dietro l’angolo, ma il tifo giallorosso non si frena, nemmeno per un minuto e quando l’arbitro, finalmente, fischia per 3 volte la festa comincia, la Roma vince ed è nella storia, alza la Conference League la prima edizione di una coppa europea è nelle mani di una squadra italiana e il cielo su Tirana e è giallo-rosso, il cielo su Roma si dipinge di fuochi d’artificio, clacson e feste, finalmente l’Italia alza di nuovo un trofeo internazionale e lo fa nella maniera più sofferta con 1 a 0 ma a volte basta solo un gol per vincere, l’importante è metterci il cuore e ieri 25 maggio 2022 la Roma e i tifosi ci hanno messo il cuore e hanno fatto qualcosa di Special.