Valeria De Magni

 

 

Di Valeria De Magni. L’odio non si ferma, il bilancio con l’amore è tremendamente straziante e sembra non finire mai, ogni giorno, ogni minuto sentiamo diverse storie ma tutte con lo stesso tragico finale. E’la notte tra il 22 e il 23 settembre, ci troviamo a Spinea, in provincia di Venezia dove si è consumato l’ennesimo femminicidio, questa volta la protagonista è Lilia Patranjel, 40 enne moldava massacrata dal compagno 35enne Alexandru Ianosi. L’uomo, che negli ultimi tempi era sempre sempre più violento, quella notte arriva al culmine del litigio, non riesce più a trattenersi e, acciecato dalla rabbia, accoltella la donna più e più volte, quasi da staccarle il braccio. La mattina stessa lui chiama i carabinieri per confessare l’accaduto, “la mamma è caduta” questa la frase che accompagna la telefonata pronunciata dal figlio della coppia, di appena 4 anni, che guarda la madre distesa nel salotto ormai prima di vita. «Se avessi anche solo intuito quello che stava per succedere, delle urla, allora forse Lilia sarebbe ancora viva…» queste le parole pronunciate dall’amica e vicina di casa della famiglia, Ilinca Buhnaici. Ad agosto la quarantunenne aveva denunciato il marito per le violenze subite, ma dopo che le cose tra i due erano migliorate, la querela era stata ritirata. Le cose poi erano nuovamente precipitate con minacce, vessazioni e gesti particolarmente violenti come quelli di prenderle il cellulare e distruggerlo, gettandolo a terra. Il suo sogno era poter scappare via con suo figlio, senza più catene attorno, purtroppo però il suo desiderio non si avvererà mai. Giovedì 6 ottobre il 35enne, rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia con l’accusa di omicidio volontario aggravato, ha dichiarato di sentirsi “devastato dai sensi di colpa” e sentendosi descrivere come un mostro al telegiornale non ci pensa due volte, afferra il manico di scopa della sua cella e se lo conficca in un’orbita, provocandosi il coma. Descrive questo suo atto come una punizione, non centrava alcun codice d’onore interno al carcere. L’uomo peraltro è ancora in ospedale in Rianimazione.