Di Mirko Vinci. “è lo stesso e vecchio tema dal 1916”. Recita così l’iconica canzone dei Cranberries, “Zombie”, e lo fa colpendo senza pietà un mondo, un sistema che spesso e volentieri confonde le vite umane in pedine, poste quasi distrattamente sulla scacchiera rappresentante il gioco del potere. Un periodo delicato quello che il mondo sta vivendo oggi giorno, dove atrocità e crimini di guerra piombano ogni sera nelle nostre case: un momento ideale per approcciarsi a “ con protagonista, e per la prima volta produttrice, il premio Oscar Jennifer Lawrence, disponibile dal 4 novembre su Apple Tv ed in alcuni cinema selezionati. Il dramma psicologico, presentato al festival di Toronto, ha come protagonista una donna, soldato reduce dalla guerra in Afghanistan, rimasta ferita sul campo e costretta al rientro in patria, dove dovrà affrontare una riabilitazione fisica e psicologica. Ricucire letteralmente con le sue mani un vissuto strappato a brandelli che non si sente più come proprio. I traumi cambiano irreparabilmente il corso della vita, così come i piani ed i programmi che si erano tanto serenamente pianificati di vivere in essa: illusione questa dettata dalla difficoltà di saper gestire determinati dolori, preferendo spesso fuggire da essi o nascondersi dietro false prospettive. Soltanto lasciandosi andare e vivere quel buio che si porta dentro, abbracciandolo come un vecchio amico, si potrà sperare di vedere una luce alla fine del tunnel senza che questa venga costantemente minacciata da un male che non si è stati in grado di guardare in faccia. Un film che potrebbe sembrare una pellicola indipendente, priva di effetti speciali, di grandi budget, con una storia lineare e pochi personaggi. Quando si racconta la vita e si vuole far riflettere sull’essenza di quest’ultima, con tutte le tragedie che a volte ne derivano, non serve nessuno degli elementi precedentemente elencati, bensì soltanto saperla raccontare. Un film spoglio da distrazioni che proietta esattamente dove vuole sin dal primo momento: esseri umani che tali non sono più, “zombie” alla ricerca di quel posto nel mondo, che quest’ultimo gli ha strappato via per seguire quel vecchio e stesso tema che dal 1916, come cantano i Cranberries, si è presentato troppo frequentemente.
rk