Di Giordano Tabbì
Si avvicina la fine di una generazione di fuoriclasse, si avvicina la fine del duopolio Messi-Ronaldo.
L’emarginazione del portoghese al Manchester United porta rabbia, parole al veleno e una non accettazione del tempo che avanza. Ronaldo ha demolito lo United, un club in crisi da anni, che ancora deve trovare un sostituto di Sir Alex Ferguson (figura tanto storica quanto ingombrante) e cerca di spostare l’attenzione mediatica su Cristiano Ronaldo, utilizzandolo come capro espiatorio per l’ennesima stagione fallimentare. Un club che neanche con CR7 in rosa è riuscito a risollevarsi.
Ma se analizziamo nel dettaglio la carriera dell’asso portoghese sono tre gli allenatori con i quali Ronaldo non è andato d’accordo: Benitez al Real Madrid, Sarri alla Juventus e ora Ten Hag al Manchester United. Tutti e tre hanno cercato di trattare il portoghese come tutti gli altri calciatori, ma lui non è come tutti gli altri.
Ma siamo sicuri che il “Re” sia pronto ad abdicare? Per noi osservatori è questo il momento più interessante della carriera dell’asso di Madeira: un calciatore che si sta dimostrando sempre più uomo con debolezze e punti deboli, e che non riesce più ad essere infallibile facendoci notare di essere un essere mortale proprio come noi.
Ora il momento della verità, The last dance come direbbero gli inglesi. L’ultimo ballo di una carriera sensazionale nel mondiale ricoperto d’oro in Qatar, ancora una volta Messi contro Ronaldo. Quatar 2022 sembra essere una storia già scritta: Messi, l’uomo-Dio che all’ombra delle Torre Eiffel sembra essere rinato che, con la 10 di Maradona sulle spalle, porta la coppa del mondo in Argentina. Una storia con finale da libro cuore, come piace a Messi ma non come piace a Ronaldo, un uomo che ha spezzato in due i finali da favola e le frasi fatte e ha fatto del lavoro e della fatica il suo tratto distintivo, affrontando i problemi e le delusioni sempre faccia a faccia.
Io spero in una storia impossibile, una poesia, dove l’ossessione supera il talento, dove Ronaldo vince il mondiale e dimostra ancora una volta di essere uno dei migliori; una stella, con una luce un po’ affievolita ma che per sempre brillerà più delle altre nel firmamento calcistico, e questo lo sanno tutti ed è il motivo per cui lo soffrono e ne parlano continuamente.