Di Martina Cagnucci. Giornalismo: ‘’insieme di attività dirette a commentare notizie, cronache, informazioni, attraverso la stampa quotidiana o periodica’’. Questo è ciò che troviamo, se cerchiamo su Google il significato di questo termine; ma durante questo mio percorso universitario ho capito che giornalismo non è solo questo. Essere un giornalista significa sì, scrivere notizie, commentare informazioni ma per essere un vero giornalista prima bisogna essere giornalisti di vita. E questo ce lo ha insegnato lei professore durante questo suo corso e durate il laboratorio passato; ci ha insegnato a metterci la faccia in ogni cosa che facciamo, ad essere sempre noi stessi e ad esprimere i nostri pensieri senza mai giudicarli. Ci ha insegnato che nessuno sbaglia, che nessuno deve prendere d’aceto e che non siamo dalle orsoline, ma soprattutto che la parola ORMAI non esiste! Ecco, questi sono solo alcuni dei motti che lei ci ha trasmesso durante questi mesi e che mi porterò dietro per sempre!
A differenza del laboratorio passato, in questo corso siamo entrati dentro la parte di un giornalista vero e proprio. Abbiamo scritto articoli, fatto tg, ma soprattutto visto inchieste di tutti i tipi: sull’amicizia, sul calcio, sull’università, dove ognuno di noi ha messo tutto se stesso per cercare di farla al meglio. Personalmente, è stato nel momento della mia inchiesta, che ho preso in mano per la prima volta una videocamera e ho iniziato a girare, proprio come fanno i veri giornalisti! Lì mi sono sentita me stessa, parlare, fare domande e sentire risposte è ciò che avevo sempre desiderato fin da bambina, e non pensavo fosse un sogno che si potesse realizzare..e invece. Ho capito che ‘’mai dire mai’’ perché l’importante è crederci nei sogni per poterli realizzare, e spero che questo un giorno diventerà il mio lavoro.
Durante le lezioni in aula ho espresso tutto ciò che sentivo, anche se alcune volte in disaccordo con gli altri, ma questo non conta. Ho espresso ciò che in quel momento provavo e ciò che mi era stato trasmesso da chi era protagonista del dibattito, senza mai vergognarmene, anzi. Ho accettato critiche e criticato a mia volta, ma è da lì che è iniziata la mia crescita. Grazie ai dibattiti ho capito che nessuno di noi è solo, che tutti, chi più chi meno vive la stessa vita con problemi che a volte pesano, e parlarne davanti a un gruppo di persone così numeroso, credo sia l’inizio di un traguardo per prenderne consapevolezza e sentirsi più leggeri. Abbiamo trattato dibattiti di ogni tipo, che mi hanno regalato emozioni tristi a volte, ma anche belle, perché ascoltare una persona parlare di un argomento come ‘’l’ansia’’ oppure ‘’la paura di sentirsi soli’’ ci fa capire che in realtà soli noi siamo. Abbiamo trattato anche dibattiti che mai mi sarei aspettata, come quello della ‘’fede’’ e devo ammettere che forse è stato uno dei dibattiti che ha coinvolto la maggior parte di noi, perché sicuramente è un tema che non viene trattato nei giovani come dovrebbe. In questo corso ho conosciuto delle persone fantastiche, alcune me le portavo già dal laboratorio mentre altre le ho conosciute qui e devo dire che non mi sono mai sentita così unita a una classe di persone come in questi mesi, neppure quando andavo al liceo. Ho conosciuto ragazzi fantastici con un bagaglio che si portano dietro, persone con un carattere ammirevole e con una personalità altrettanto. Ci sono stati altri ragazzi, con cui sono andata meno d’accordo, ma questa è la vita e come tutte le cose, non si può stare simpatici a tutti! Ho conosciuto storie che mi hanno lasciata senza parole, come quella di Sara, forse perché non me lo aspettavo o forse perché non volevo accettare il fatto che fosse vero, però da lì ho capito quanto è veramente importante essere forti e affrontare ogni situazione col sorriso, come ha fatto e fa tutt’ora lei, perché solo così si riesce ad andare avanti. Io penso che non è semplice trovare le persone giuste in situazioni come queste, con cui condividere emozioni e momenti, ma devo dire che in questo gruppo così è stato, forse per la stessa passione che ci lega o forse perché semplicemente sono delle persone d’oro, e per questo ci tengo a ringraziarli per tutto ciò che hanno fatto.
Oltre a ringraziare i ragazzi, però, ci tengo a ringraziare lei professore, che durante questi mesi mi è stato accanto in ogni momento e situazione, mettendo sempre noi alunni al primo posto, e un professore così all’università è difficile da trovare. Devo ringraziarla per avermi fatto crescere nel campo giornalistico ma soprattutto nella vita quotidiana, insegnandomi ad affrontare i problemi e a non sentirmi più sola. La ringrazio per avermi reso partecipe dell’evento ‘’TorVergata40’’ perché anche questo per me è un enorme traguardo, al quale non mi sarei mai aspettata di arrivare. Credo che nelle università dovrebbero esserci più professori come lei e più insegnamenti di vita, che al giorno d’oggi diciamo non guastano!
Dunque, con questo articolo concludo la mia esperienza nell’aula T33, anche se già so che in realtà ne inizia una nuova: quella di intraprendere un altro percorso con lei e con i ragazzi a settembre, dove continuerò a coltivare questa mia passione con tutto l’amore e tutta me stessa. Per questo solo una parola: GRAZIE.