Di Eleonora Gentile.
Dopo quasi 40 anni di latitanza nei quali non ha mai smesso di dichiararsi innocente, Cesare Battisti, dal carcere di Oristano, ammette finalmente le sue responsabilità per i 4 omicidi commessi tra 78’e il 79′. Chiede scusa ma non si ritiene un killer crudele :“Sono stato una persona che ha creduto in quell’epoca nelle cose che abbiamo fatto,la mia determinazione era data da un movente ideologico e non da un temperamento feroce” ; come se uccidere qualcuno avente un’ideologia diversa dalla propria possa esser normale e motivo di giustificazione.
In parte del verbale dall’interrogatorio che Cesare Battisti, detenuto a Oristano, ha reso davanti ai magistrati di Milano lo scorso 23 marzo,l’ex terrorista dei Pac, per la prima volta ha ammesso le sue responsabilità rispetto ai quattro omicidi per i quali sta scontando l’ergastolo ed ha fornito, anche se in maniera minima e poco rilevante, chi, organizzazioni e persone che lo hanno aiutato durante i 37 anni di latitanza
Per la prima volta chiede scusa ai famigliari delle persone uccise e alle quali ha fatto del male,come se questo potesse bastare; “per me era una guerra giusta”, “agivo per movente ideologico” dichiara, si giustifica.
Delle scuse inaccettabili per i famigliari delle sue vittime che hanno atteso una confessione per ben 37 anni.
37 anni in cui tra Francia, Bolivia,Messico e Brasile , Battisti ha vissuto una vita quasi indisturbata e normale dove ha potuto scrivere, dove ha fondato la rivista Via Libre e aperto il ristorante Corto Maltese producendo pasta.
Anni in cui è riuscito a sfuggire dalla giustizia perchè sostenuto da partiti, gruppi , soprattutto nel mondo editoriale, infatti come afferma lo stesso Battisti:”scrivevo libri, ero insomma una persona ideologicamente motivata, per cui nessuno sentiva il bisogno di agire contro di me”. Questo suo ruolo era quindi anche una precisa garanzia, a prescindere dal suo passato era ormai una persona non più da ritenersi pericolosa e quindi, anche per questo motivo nessuno gli dava la caccia. Politici e sindacalisti, definiti “intellettuali” che lo hanno protetto e che hanno visto in lui un semplice e innocente uomo, solo un povero perseguitato politico e non un condannato all’ergastolo per quattro omicidi e altri gravi reati commessi in Italia fino al 1979 quando faceva parte dei Pac. Protetto quindi , per anni, dagli stessi che avrebbero dovuto invece condannarlo. Sostenuto perchè avente i loro stessi ideali, come a dire hai ucciso ma in fondo se lo meritavano. Ci si chiede come è possibile aver protetto un personaggio come Battisti quando le accuse contro di lui non erano solo politiche, si parlava di un pluriomiomicida, come si è potuto fare finta di niente. Purtroppo però non è l’unico caso, sono ancora molti i pregiudicati che però sono liberi perché protetti da persone che se non colpevoli dell’atto materiale diventano complici proteggendo chi dovrebbe pagare.