Di Federica Nicolosi.
Il mancato accordo tra Meta e la SIAE sulle licenze musicali ha fatto sparire le canzoni italiane dalle stories e dai post di Instagram.
La SIAE, la società italiana degli editori ed auditori, si occupa della gestione dei diritti d’autore in campo artistico. Quest’ultima aveva stretto un accordo con Meta, che è giunto ad una scadenza il 1 gennaio di quest’anno. L’ente si è giustificata dicendo che Meta non condivideva più i profitti derivanti dalle canzoni italiane.
“La tutela dei diritti d’autore di compositori e artisti è per noi una priorità assoluta e per questo motivo, a partire da oggi, avvieremo la procedura per rimuovere i brani del repertorio Siae all’interno della nostra libreria musicale”.
Dal 16 marzo, infatti, ogni storia, reel o post con un sottofondo musicale, è stato oscurato dalla scritta “questa canzone non è al momento disponibile”. Anche Facebook è stato coinvolto nel duello: i video vengono rimossi, Instagram invece si limita a silenziarlo.
Come abbiamo potuto notare però, non sono state eliminate tutte le canzoni, ma solo quelle italiane. A questo punto è chiaro: la politica gioca in ogni campo, anche in quello musicale e tutto gira attorno al “Dio denaro”.
I brani esteri non appoggiati dalla Siae, continueranno ad ascoltarsi sui social network, considerando che la gran parte delle canzoni italiane erano tutelate dalla società in questione. Tanti artisti del nostro Paese hanno lamentato la scelta vedendola come una mancanza di rispetto nei confronti della musica italiana e del loro lavoro.
Il primo è stato Rudy Zerbi, che tramite le stories di Instagram ha fatto un appello a tutti i suoi followers di condividere il più possibile le sue parole al fine di trovare una soluzione che metta d’accordo tutti.
Le nostre storie hanno bisogno di Giorgia, Mengoni, Luche, Lazza, Madame, Elisa, Ultimo e tanti altri artisti, in sottofondo; hanno bisogno che la nostra lingua e le loro parole siano da sfondo nelle nostre foto.
L’Italia ancora una volta è messa da parte e non fa nulla per riprendersi ciò che è suo. Noi italiani non c’è lo meritiamo, i cantautori italiani non se lo meritano, la musica italiana non se lo merita.
Non prendiamoci in giro generalizzando e parlando di “canzone”, è la musica italiana a non essere disponibile. La SIAE lo sa.
Ma quel “al momento” è uno spiraglio di luce che ci fa domandare: “quando la renderete nuovamente disponibile?” in attesa di un riscontro positivo. Si sa, la speranza è l’ultima a morire e si spera anche la nostra musica, perché è troppo bella per lasciarci così presto.