Di Suami Mataldi.

Nel 2023 Friends viene descritto come “un prodotto estremamente offensivo seppur non contemporaneo”. Se ad un programma con protagonisti 6 amici bianchi e privilegiati si aggiungono battute oggi ritenute omofobe o sessiste e morali con il messaggio sbagliato, allora in tal caso la critica ci va a nozze e ne fa padrona la signora censura, che ultimamente si fa strada con prepotenza anche nell’ambito letterario (oggi migliaia di libri subiscono la censura perchè ritenuti “inappropriati” e poco contemporanei. Come se un libro scritto agli inizi del ‘900 potesse effettivamente essere di idee attuali…).

Tutti conoscono questa serie, incentrata su sei amici newyorkesi alle prese con i problemi della vita, e anche chi non l’ha mai vista ne ha certamente sentito parlare. Se per molte persone altro non è che una semplice serie tv, per altri invece rappresenta un pilastro della propria infanzia e la propria adolescenza, e guai a chi tocca i famosi personaggi che hanno donato ispirazione e risate a milioni di spettatori. Eppure dagli anni novanta ad oggi le cose sono cambiate parecchio: se prima tutti guardavano un prodotto televisivo senza farsi troppe domande etico-critiche ora con l’avvento di internet e le piattaforme streaming si sente il bisogno di esprimere la propria opinione su tutto.

Non è dunque sbagliato criticare il prodotto ma lo è invece sentirsi offesi o prendersela con le battute di un telefilm scritte in anni differenti dai nostri, anni in cui sicuramente non era un crimine dire determinate cose e approfondire determinati argomenti senza la paura di essere demoliti per questo. Friends incarna lo spirito di una serie che va vista con spensieratezza e superficialità, una serie che in un modo o nell’altro ha lasciato un’impronta importante nel mondo dello spettacolo.

Persino Jennifer Aniston, protagonista della serie, dice “il mondo ha bisogno di ridere senza prendersi troppo sul serio”. Sicuramente negli anni la sensibilità è cambiata e ad oggi realizzare un prodotto senza inclusività sarebbe una vera e propria lacuna, ma non per questo bisogna demolire prodotti di altri anni solo perchè non rappresentano a pieno lo spirito inclusivo e rispettoso di oggi.