Di Benedetta Uccheddu . Immaginate di essere una madre, un padre, un fratello, e non trovare più pace per la scomparsa di una persona cara come una sorella o una figlia. Immaginate di dover combattere contro una giustizia che non vi accompagna nelle ricerche e non vi tutela; immaginate di dover affrontare un chiesa, un prete che copre l’ artefice del vostro dolore. Elisa il 12 settembre del 1993 uscì e si recò in chiesa, alla “ santissima trinità “ e non fece più ritorno. Sono passati trent’anni dalla scomparsa di Elisa Claps, ma solo diciasette dal ritrovamento del corpo della sedicenne. Elisa fù brutalmente uccisa da Danilo Restivo condannato solamente nel 2014; i ragazzi si incontrarono nella chiesa di paese,lil ragazzo doveva dargli un regalo, da quella chiesa Elisa non uscì mai. Nessuno vide niente, nessuno tentò di parlare anche se sapevano, lasciando la famiglia Claps nell’incubo di non sapere che fine avesse fatto la figlia; ma in cuor loro sapevano tutti chi era stato il colpevole ma nessuno li ha mai ascoltati e nonostante la verità fosse sotto gli occhi di tutti, Lo sguardo della giustizia si spostò dall’altra parte. Nessun passo indietro venne fatto dalla magistratura, tanto meno dal parroco della chiesa dove fu ritrovato il cadavere di Elisa, il quale giurava in un aula di tribunale di dire la verità, soltanto la verità, negando di avere rapporti con l’assassino, Don Mimì era il nome del parroco, non mostrò mai compassione per la famiglia della ragazza che chiedeva solamente giustizia, negò fino all’ultimo momento di vita di poter entrare nel sottotetto della chiesa dove poi trovarono i resti del corpo di Elisa, eppure le donne delle pulizie nel 1996 entrarono senza indugio, perché? Alcuni operai durante il corso degli anni effettuarono vari lavori ma nessuno trovò mai niente fino al 17 marzo del 2010 due anni dopo la morte del parroco; Tutto combaciava, nello stesso giorno della scomparsa Danilo Restivo si recò all’ospedale di Potenza per una ferita da arma da taglio sulla mano, i suoi vestiti insanguinati non furono mai presi come prove, la pm si giustificò dicendo che “ era troppo tardi e furono lavati”, il 21enne era già stato denunciato per molestie nei confronti di due ragazze che vivevano nel palazzo accanto, lo accusarono di chiamate anonime, di aver tagliato ciocche di capelli ad una delle due, atteggiamenti che potevano essere ricondotti ad una personalità sociopatica e aggressiva, ma nessuno se ne interessò. Immaginate di essere la famiglia Claps, e camminare affianco dell’assassino di vostra figlia sapendo con certezza che sia stato lui ma non riconosciuto dalla legge.
Immaginate di essere Elisa, nessuna giustizia per ventuno anni, di essere state strappate alla vita a 16 anni.
Immaginate di essere Elisa e non poter gridare aiuto.
Immaginate e pensate che tutte noi potremmo essere Elisa Claps.