Di Giorgia Medrihan. Una cultura che fatica ancora  a comprendere le donne e a proteggere la loro autonomia e dignità,costringendole a ritrovarsi sotto le mani di uomini che non accettano la perdita del loro possesso. Denunce ignorate,un sistema che ancora oggi non protegge le donne visibilmente in pericolo. Nella maggior parte dei casi le vittime di femminicidio hanno subito in precedenza altri tipi di abusi non ritenuti però abbastanza gravi da intervenire, spesso non dando peso ai primi campanelli d’allarme si arriva al peggio. Sempre più uomini orchi protagonisti di storie di morte e disperazione. L’uomo reagisce con violenza per riaffermare il suo potere quando una donna decide di interrompere un qualsiasi tipo di legame,condannandola a morte. Le istituzioni non bastano, serve di più! Non bastano le leggi, non bastano le parole. Servono azioni, educazione, un cambiamento radicale nella maniera in cui cresciamo i nostri figli, nella maniera in cui vediamo l’amore. Il rispetto non è un’opzione, la libertà non è una concessione. Ogni volta che una donna viene uccisa, è una parte di noi che fallisce, una parte della nostra umanità che si spegne. E allora, mentre leggiamo di un’altra vita spezzata, non possiamo restare in silenzio. Non possiamo più permetterci di ignorare, di minimizzare, di giustificare. Questi uomini non sono nati mostri ma cresciuti in una società che ha insegnato loro l’ inferiorità della donna piuttosto che persone di valore da rispettare e amare. L uomo consapevole non teme che la libertà della donna sia una minaccia ma una ricchezza. Ogni donna uccisa è un fallimento della società che non ha saputo educare un uomo di valori.