Di Noemi Ciani. Il var, pur essendo stato introdotto con l’intento di migliorare l’accuratezza delle decisioni arbitrali, negli anni non ha avuto un buon impatto sul calcio per vari aspetti. Innanzitutto, il suo utilizzo ha portato a un notevole aumento dei tempi di attesa durante le partite, suscitando rabbia e seccatura da parte dei tifosi. Queste lunghe pause interrompono il ritmo del gioco, rendendo l’esperienza meno fluida, sempre più seccante suscitando molta incertezza. Inoltre, molte decisioni prese dopo il consulto del var hanno fomentato controversie e polemiche, generando sempre più confusione sia per chi è in campo che per chi è a casa. Situazioni come il fuorigioco millimetrico hanno portato a gol annullati, compromettendo non solo la partita ma aumentando soprattutto l’emozione di quei momenti cruciali. Questi eventi hanno portato a una crescente frustrazione e ira da parte dei tifosi, che sentono che il gioco è diventato eccessivamente tecnico e burocratico. Un’altro aspetto altrettanto negativo è il ruolo dell’arbitro in queste occasioni, un tempo l’unico decisore sul campo. Ora, il var, crea una dinamica in cui l’arbitro può apparire indeciso. In genere quando si pensa a questo nuovo strumento lo si collega ad un nuovo meccanismo per ridurre gli errori arbitrali, ma non sempre influenza la partita in modo positivo secondo chi la guarda Nonostante questa nuova tecnologia, le decisioni sono spesso discutibili e questa inquietudine e disprezzo, nei confronti del var, rendono il calcio monotono e meno appassionante.

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