Di Giulia Arcangeli. Ultimo di nome, ma non nel cuore della sua gente, Niccolò Moriconi conquista Roma. Il principe degli stadi annuncia a sorpresa la terza data allo Stadio Olimpico della Capitale per il tour del 2025. Traguardo importante per il ventottenne romano, che si aggiudica il record per il più giovane artista ad aver suonato 10 volte allo Stadio Olimpico di Roma, e con nove date già sold out non possiamo che aspettarci un altro successo. Quando Ultimo sale sul palco, inizia la favola. Non è una semplice performance ideata per i fan che lo acclamano; lui canta CON il suo pubblico e non per il suo pubblico. Le persone che attendono un suo concerto non sono mai semplici spettatori, ma diventano parte di un dialogo emozionante e viscerale tra l’artista e chi ascolta. Da quel palco, Ultimo canta le sue (ma in fondo anche le nostre) insicurezze, paure e debolezze, e non le sussurra timidamente, ma le sputa con rabbia e un pizzico di cattiveria. Niccolò ha sempre raccontato di sentirsi solo e incompreso, e se lui ha avuto un “pianoforte come dolce amico”, noi abbiamo la sua musica perché quella solitudine e quelle fragilità che pesano dentro di noi non sono un peso che dobbiamo portare da soli sulle nostre spalle. Basta guardarsi intorno a un suo concerto per notare che le difficoltà, le ferite e i dubbi che ci tengono svegli la notte sono anche quelli di chi ci sta accanto. Sebbene in tanti descrivano le sue canzoni come depresse e tristi, il messaggio che veicola è ben diverso: è pieno di speranza. Insieme possiamo e dobbiamo farci forza per trovare il nostro “altrove”. E non prendetelo per pazzo se sul palco urla e si emoziona; sta solo esprimendo il lato più vulnerabile di sé, come d’altronde fanno anche i suoi fan. È questo che rende unico il cantante: non si eleva su un piedistallo intoccabile, ma azzera le distanze e sembra quasi abbracciare il suo pubblico come solo un amico sa fare e sussurrargli “io ti capisco”. Qualcuno ha definito la relazione che Ultimo ha con i suoi fan morbosa, ma forse, in un’epoca in cui si tendono a erigere sempre più barriere, questa connessione lo ha reso speciale. Provateci voi a radunare sotto lo stesso palco persone di ogni età, quando le diverse generazioni non fanno altro che dichiararsi guerra a vicenda. Adulti, adolescenti e bambini: non fa differenza, sono tutti lì, pronti a lasciarsi andare a quel flusso di emozioni che solo un concerto di Niccolò sa donare. In fondo, Ultimo non canta solo musica, ma vita della gente.

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