Di Lorenzo Andreini Si parla poco, anzi quasi per niente della salute mentale degli sportivi. La salute mentale è un problema alquanto serio, essa può essere influenzata da molti fattori che scatenano in ogni singolo soggetto reazioni differenti. C’è chi cade in depressione, chi decide di fare uso di alcol o droghe varie per alleviare i problemi. Di questo fenomeno se ne parla poco perché chiunque esponga un disagio viene preso poco in considerazione, questo perché si pensa che chi viva in condizioni di vita agiate e senza problemi economici non possa ricadere in problemi che riguardano la salute mentale. Si vedono atleti che spingono il loro corpo oltre i limiti a cui non è in grado di sottoporsi chiunque di noi, questo avviene grazie ad una disciplina molto rigida e una mentalità “impostata” alla ricerca del massimo. Ma spesso si dimentica che anche gli atleti sono esseri umani e come tali rispondono di stimoli di vita stressanti sia fisicamente ma soprattutto emotivamente e mentalmente. Ci sono stati studi scientifici che hanno dimostrato come gli atleti professionisti sono esposti ad un rischio maggiore di soffrire di disturbi mentali, questo è dovuto alle continue pressioni e aspettative che si creano su ognuno di essi. Ma non si tratta solo di questo, frequentemente la vita privata condiziona prestazioni e di conseguenza determinate reazioni. Prendiamo come esempi alcuni atleti di varie discipline, la ginnasta artistica Simone Biles: durante le Olimpiadi di Tokyo 2020 decise di ritirarsi dalle competizioni per proteggere la sua salute mentale. Ha parlato dei suoi problemi di ansia, stress e della difficoltà di gestire la pressione delle aspettative. Il nuotatore Michael Phelps, sebbene sia pluripremiato con 28 medaglie conquistate nel corso della sua carriera , ha dichiarato nelle Olimpiadi di Rio nel 2016 di soffrire di depressione dal 2004. Dopo mesi di allenamenti e preparazioni che lo sfinivano, vinceva la medaglia d’oro ma quando tornava a casa ad aspettarlo c’erano vuoto e angoscia dice Phelps; una frase molto toccante dell’atleta fa capire quanto questo fenomeno sia distruttivo per chiunque.

“Quando combattevo la depressione, il momento migliore della giornata era quando prendevo le pillole e andavo a letto. Avevo perso la voglia di vivere; abbracciavo mia moglie ma era come abbracciare un cuscino: non provavo niente.”

Questi atleti si sono solo alcuni esempi di atleti con problemi di ansia, stress o depressione, ma che fortunatamente con l’aiuto e con l’esposizione dei loro problemi al pubblico sono riusciti a migliorare. C’è chi invece a causa degli stessi problemi ha intrapreso strade che lo hanno portato a fare uso di droghe e alcol i quali hanno aumentato i problemi che cercavano di risolvere. Uno degli esempi più forti e impattanti è sicuramente Mike Tyson, è stato uno dei pugili più talentuosi della storia ma la sua carriera è stata altalenante. Caratterizzata da episodi di violenza,  comportamenti che lo portavano ad auto-distruggersi; ma il problema maggiore è legato all’uso di droghe e alcol. Ha parlato apertamente del consumo di cocaina, alcol e altre sostanze. Nel 1992 venne anche accusato di stupro ai danni della modella Desiree Washington, motivo per cui venne arrestato e per cui trascorse tre anni in carcere. Un altro esempio lampante è Maradona, considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi. Come Tyson, anche lui sul campo aveva ottime capacità tecniche ma al di fuori di esso, ha avuto problemi con le droghe,in particolare con la cocaina. La sua dipendenza lo ha portato ad affrontare fallimenti, squalifiche e problemi fisici.

Tutto questo è per far capire come spesso gli atleti vengano visti come figure invincibili, ma bisogna ricordare che la loro forza non si basa solo su i record o sulle vittorie ma anche attraverso la capacità di affrontare i problemi interiori. La salute mentale è un aspetto fondamentale, anche e soprattutto negli atleti ma che è stata trascurata o minimizzata. Credo sia il momento di cambiare strada, incoraggiando la ricerca di aiuto e creare ambienti in cui gli atleti possano sentirsi incoraggiati. Ma credo ancora di più che ci sia bisogno di più informazione. Bisogna far parlare queste personaggi per sensibilizzare, soprattutto chi li vede come modelli da prendere in esempio, questo fenomeno. Tutto questo non è lontano da noi, di questo si può e si deve parlare. La salute mentale non è un gioco.

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