Di Mayla Cilla. Immagina di essere un adolescente che ogni giorno entra a scuola con il cuore in gola, con i brividi che ti sfiorano l’intero corpo, le mani che tremano e la paura che l’ennesimo insulto, o peggio ancora, l’ennesima violenza fisica colpisce ancora te, un semplice ragazzo che vorrebbe andare a scuola per studiare e viversi l’adolescenza con felicità e spensieratezza come tutti. Questi episodi prendono il nome di bullismo, una realtà ancora troppo presente nella società, una realtà che purtroppo molti giovani vivono quotidianamente. Il bullismo si può manifestare in diverse modalità, aggressione fisica, verbale e cyberbullismo che sta crescendo notevolmente con questo sviluppo dei social. Le vittime di bullismo sono principalmente adolescenti e bambini anche se questi atti di violenza alcune volte colpiscono adulti, sia in luoghi di lavoro che non. Ma quello che molti non sanno è che queste aggressioni, verbali e fisiche, lasciano sia cicatrici visibili ma anche cicatrici interiori. Le peggiori sono proprio quest’ultime, attraverso le aggressioni verbali si colpisce la parte psicologica, quella parte tanto profonda quanto sensibile di una persona. Queste cicatrici sono quelle che rimarranno per sempre e ahimè sono proprio quelle che ti causeranno problemi di ansia, depressione, paura sociale, bassa autostima e nei peggiori dei casi pensieri suicida. Nonostante tutto ciò questo fenomeno viene spesso ignorato, lasciando le vittime da sole. Ma la domanda più scontata da fare è perché nessuno interviene? La risposta è però semplice da dare, nessuno interviene perché questa società tende a minimizzare i problemi più gravi e si concentra molto spesso su altre problematiche, alcune anche sciocche se così si può dire, e tutto questo è perché queste difficoltà sono ritenute quasi inutili da risolvere, per esempio quando si pensa al bullismo si tende a sottovalutarlo con esaltazioni del tipo “sono solo ragazzi”, “stanno giocando” o ancora “cresceranno”. Ma cosa succede quando quella violenza, quelle parole non passano e rimbombano dentro la testa, giorno e notte, senza lasciarti via d’uscita? Quando quegli atti ti fanno credere sbagliato? La fiducia in te stesso scompare e ti ritrovi prigioniero dei tuoi stessi pensieri. Ti chiudi in bagno e le lacrime sul volto, che nessuno vede, continuano a scendere, a scendere senza fermarsi, i pensieri dentro la testa ti divorano, inizi a pensare che forse il mondo sarebbe meglio senza di te, ed è proprio qui che molto spesso viene compiuto l’atto di suicidarsi. L’anima della persona viene spezzata nella parte più profonda, dove la ferita sarà poi difficile da rimarginare. Queste problematiche non dovrebbero più essere sottovalutate ed oltrepassate, anzi si dovrebbe lottare tutti insieme per farle sparire. Si dovrebbe iniziare già da piccoli con un’educazione migliore, data dalla propria famiglia, ed una conoscenza più ampliata di quello che possono portare queste aggressioni. Anche all’interno della scuola per esempio se ne dovrebbe parlare molto ma molto di più, attraverso dei film, dei piccoli cortometraggi. Insomma si dovrebbe comunicare di più con gli adolescenti, proprio per fargli capire che questi atti così osceni non portano da nessuna parte, anzi da una parte si, ed ovvero al suicidio di un ragazzo che aveva tutta la vita davanti.