Di Rachele Cera. Siamo circondati da una finta realtà. Il successo ha un costo ed è quello che la maggior parte dei personaggi nel mondo dello spettacolo hanno dovuto pagare. Davanti al pubblico un finto sorriso, che nasconde però una forte sofferenza. Vivono una vita che non gli appartiene, schiacciati dal peso del successo e dalle aspettative. La storia dello spettacolo é ricca di esempi di artisti che, pur arrivando al successo, hanno attraversato fasi acute di depressione rifugiandosi in droghe, abuso di farmaci o altre dipendenze. Ciò che é ancora più evidente, soprattutto negli ultimi anni, è che ad oggi questa fragilità non riguarda solo i personaggi pubblici ma si sta divulgando anche tra noi giovani. Comunemente da rinominare “la pressione dei vent’anni”. La depressione é solo un atroce conseguenza della pressione; quest’ultima arriva da una forte paura di realizzazione, del raggiungimento di traguardi e sentirsi all’altezza. Almeno 5 studenti su 10 affrontano il percorso universitario con disagio. Secondo alcuni recenti dati dell’Istat, in Italia il 33% degli studenti universitari soffre di ansia ed il 27% di depressione. Questa forte pressione non arriva solo da una sfrenata voglia di realizzarsi; l’idea é quella della “velocità” di dare sempre di più, di non sentirsi mai abbastanza soprattutto agli occhi dei genitori, diventando così una gara contro il tempo. I genitori, nonostante le migliori intenzioni, non sempre hanno gli strumenti giusti per comprendere le difficoltà e la nostra emotività, i giorni difficili anche per proseguire lo studio e quindi tendono ad aumentare questa pressione, il senso di solitudine e di perdizione. Eppure una via d’uscita esiste. Quello che davvero é importante in un secolo come questo, aperto al progresso scientifico ma anche umano, é il dialogo; oggetto fondamentale che ha aiutato milioni di giovani ad uscire da un vortice così buio, così nero, così freddo come la depressione; é importante saper chiedere aiuto senza sentirsi giudicati perché può fare la differenza. É importante tendere una mano nel momento di difficoltà perché alla fine di un tunnel c’è sempre luce, l’importante é arrivarci, anche se ad un ritmo più lento. L’importante é raggiungere il traguardo della guarigione senza mai confrontarsi con gli altri, perché ognuno di noi vive la vita nella maniera più giusta e più conforme a sé stesso. La realizzazione porta indipendenza, la quale si trova all’apice della piramide della vita ma non dimentichiamo mai che prima di qualsiasi altra cosa c’è la salute mentale e fisica e che il raggiungimento della prima non deve compromettere la seconda.