Di Noemi Ciani. È il mio corpo. La mia scelta. Eppure, ogni giorno, che qualcuno che sceglie per me. A partire dai medici che trasformano un diritto in un percorso ad ostacoli, strutture sanitarie che negano cure essenziali, per non parlare delle leggi che sembrano più intimidatorie e fatte più per giudicare che per proteggere. Non si parla di un capriccio, di una cosa di poca rilevanza. In questo caso si parla di libertà, di opportunità di scelta, di salute e dignità. Si parla del diritto delle donne di poter decidere se e quando diventare mamme,senza pressioni, senza colpevolizzazioni, senza dover pregare un aiuto che dovrebbe essere garantito. Ci dicono che siamo esagerate. Che la situazione è meno grave di come la facciamo apparire. Ma quando una donna è costretta ad andare in un’altro paese per trovare un medico disposto ad aiutarla, quando la prevenzione della nostra salute viene ignorata, quando si cerca di controllare i nostri corpi invece di tutelarci, allora si che abbiamo il diritto di essere più che infuriate. Non si tratta però solo di rabbia, è più un dispiacere che ci crea ferite. In un mondo giusto non avremmo bisogno di combattere per qualcosa che appartiene a noi, che è di nostro diritto. Siamo stanche di dover giustificare le nostre scelte, vogliamo solo essere rispettate.