Di Elisa Fuselli. Ad oggi la chirurgia ha ottenuto un impatto disarmante. Un tale progresso che a pensarci fa quasi paura. La chirurgia è diventata uno strumento di cui l’uomo ne è vittima. Non si è più in grado di porsi dei limiti ma addirittura di superarli spingendosi oltre il dovuto fino ad arrivare al punto più tragico in assoluto, la morte. Un mezzo che dovrebbe garantire miglioramenti per la persona che ne fa uso, ma in realtà, diventa la causa del suo male, la causa della sua morte. Questo è il caso della trentottenne Sabrina Nardella di Gaeta. Giovane donna morta per via delle complicazioni post-operatorie dopo un intervento di chirurgia estetica. La tragedia è avvenuta il 24 aprile, vittima una signora, parrucchiera e mamma di due figli. Affidarsi alla medicina dovrebbe essere sicuro. Affidare il proprio corpo e la propria vita a professionisti in materia dovrebbe essere sicuro. Entrare in una sala operatoria e poi uscirne viva dovrebbe essere la certezza. A quanto pare però non lo è. Il problema sta al principio di tutto questo. Si da più importanza al guadagno economico, al compenso che ci sarà. Non si dà la giusta attenzione a ciò che conta davvero, avere nelle proprie mani la vita di un essere umano, pensare al fatto che ogni piccolo gesto fuori posto possa nuocere la salute. Questo avviene perché viviamo in un mondo materialista ed egoista . Un mondo in cui ognuno guarda ai propri interessi anche al punto di sovrastare la salute altrui. Allo stesso tempo pero è importante non perdere la fiducia nel prossimo, sapere che possiamo essere aiutati nella maniera corretta. Siamo essere umani, comportiamoci e agiamo come tali. Per noi e per gli altri.