Di Lorenzo Giannetti.
Si sta assistendo negli ultimi anni ed una vera e propria esplosione del fenomeno delle fake news che stanno minando l’integrità dell’informazione e che creano seri problemi all’interno di una società. Ma da dove nasce un fenomeno così complesso e pericoloso? La società odierna ha perso la fiducia nei confronti delle maggiori figure professionali che da sempre sono state invece di primo piano, prima fra tutte quella del giornalista. Secondo la teoria del villaggio globale di McLuhan infatti si è verificato un decentramento del sapere, facilitato e amplificato definitivamente dall’avvento del web 2.0. La conoscenza è facilmente reperibile sulla rete e quindi ci sentiamo tutti esperti di tutto. Si è arrivati a sentirsi alla pari di un medico in quanto a diagnosi: spesso si contraddice l’esperto con frasi del tipo “io ho letto su internet” oppure “ho sentito che”. Appare dunque chiaro quanto possa essere facile in questo contesto immettere nel circuito dell’informazione una fake news. Anche quest’ultime, in quanto notizie seppur false, seguono le regole della comunicazione tanto che una news palesemente fake non avrà una grande risonanza, mentre una notizia verosimile avrà più chance di diffondersi. Così nascono articoli come quello di wakefield sulla correlazione tra vaccini e autismo (che ha ancora oggi una ricaduta concreta sulla società nonostante sia stato già ampiamente smentito e ritirato) o le altre centinaia che escono quotidianamente su internet sui più svariati argomenti. Perché questo fenomeno continua a dilagare? La prima responsabilità è sicuramente del sistema di informazione che non è riuscito prontamente a reagire cercando di riportare al centro la fiducia dei cittadini nei confronti dei giornali e gli altri mezzi di comunicazione. Molto spesso inoltre tendono a sacrificare la correttezza delle notizie in nome della sensazionalità, poiché i mezzi di comunicazioni vengono gestiti con una logica aziendale alla quale la comunicazione giornalistica mal si adatta. Chiaramente per chi vuole alimentare la sfiducia della popolazione in questo senso è facile utilizzare questi grandi punti deboli e presentarsi invece come il paladino della verità che lotta contro un sistema che vuole tenerla nascosta per interessi politici o economici (emblematico in questo caso il caso Di Bella circa una presunta cura per i tumori). In secondo luogo la colpa della diffusione delle fake news è della popolazione stessa: vuoi per lo stile di vita frenetico, vuoi per una scarsa attenzione o interesse, non si attuano quelle tecniche di fact checking necessarie ad individuare eventuali inesattezze. Semplicemente si legge una cosa che ci colpisce online, non la si verifica ma la si prende per buona e si condivide contribuendo alla sua diffusione. Vediamo questo fenomeno come una malattia della società. Quali farmaci si possono usare per combatterla? Sicuramente occorre che i mezzi d’informazione diano il buon esempio: una completa trasparenza ed esattezza delle notizie riporterebbe a buoni livelli la fiducia nei loro confronti. Poi occorre fare uno sforzo personale nel perdere un po’ di tempo ed energie nell’informarsi e nel verificare quello che si trova scritto sul web. Non bisogna cioè scordarsi che nella società odierna siamo tutti sia destinatari che produttori di informazioni e che quindi in quanto tali abbiamo una responsabilità nei confronti di tutti.