Di Eleonora Gentile.
Ora negano, ma molti sapevano e nonostante questo hanno preferito far finta di nulla, girare la testa dall’altra parte. Sono stati loro, in primis, con l’omertà e l’indifferenza a provocare la morte di Antonio Cosimo Stano, l’uomo di 66 anni deceduto lo scorso 23 aprile a Manduria, in provincia di Taranto, ucciso per mano di baby gang che da tempo lo tormentava.
Il 5 aprile, per la prima volta, sette vicini di Stano e il parroco della chiesa capiscono,troppo tardi, che qualcosa non va e presentano una denuncia alle forze dell’ordine. Si scoprirà, anche se in realtà molti ne erano già a conoscenza, che l’uomo era vittima di aggressioni e violenze che andavano avanti ormai da tempo e che sono culminate nel peggior modo possibile; infatti, nonostante i tre interventi chirurgici ,non è stato possibile salvargli la vita.
Le indagini della Procura tarantina, solo per adesso, hanno portato all’arresto di otto ragazzi tra cui sei minorenni e due giovani di 19 e 20 anni accusati anche di danneggiamento e violazione di domicilio aggravati.
Ricerche che però proseguono per portare alla luce nomi e volti di altri.
Giovani crudeli e violenti tanto da filmare con i cellulari le sevizie che infligevano alla vittima.Video che venivano poi diffusi nel web, a mostrare con fierezza i loro atti. Ma la cosa terribile è che gran parte la cittadina sapeva, perchè quei filmati giravano su molti cellulari; erano a conoscenza delle sevizie che Stano sopportava e che si verificavano ormai da tempo, eppure nessuno ha tentato di fermare quei ragazzi.
Non solo video, ma anche file audio nelle chat della gang. Note vocali in cui raccontavano divertiti e soddisfatti le aggressioni:”Mazzate, proprio mazzate, uno di noi sul volto gliel’ha data, proprio in testa”, “siamo entrati piano, piano, piano. In un secondo quello si è girato trovandosi in casa cinque, sei persone con le mazze; infatti ha lanciato un urlo ed ha perso la voce”. Parole pronunciate con una leggerezza disarmante che ci fanno riflettere e domandare da dove provenisse tutto quell’odio e quella cattiveria.
Un uomo fragile e indifeso, lasciato solo dal sistema; da tutti. Morto nell’indifferenza e in un silenzio assordante.
“Persone”(perchè la giovane età non può giustificare nulla) senza coscienza. Ed adulti indifferenti che anche se non fisicamente hanno contribuito alla sua morte.
Una vicenda,questa, che ci lascia sconvolti e perplessi, ma che putroppo si aggiunge ad altre terribili storie le quali dovrebbero farci riflettere e cercare il perchè l’umanità intera stia lentamente,ma costantemente, perdendo la ragione, compiendo atti che con la civiltà non hanno niente a che fare, e che è giunto il momento di cambiare qualcosa perchè anche negandolo si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare.
Molti si chiedono perchè Stano non avesse chiesto aiuto, non avesse parlato ma in reltà aveva provato. A marzo dello scorso anno, dopo una denuncia, all’arrivo della polizia, il pensionato, secondo gli atti, aveva dichiarato agli agenti di essere vittima già da tempo di violenze da parte di alcuni giovani. Il risultato? Nulla. Non avendo i nomi dei giovani e non essendoci nessuna gang nei paraggi,coloro che hanno come compito primario la difesa dei cittadini hanno lasciato solo l’anziano senza neanche prendesi la briga di verificare,e se non ti crede neanche la polizia,allora chi può farlo?