Di Gemma Gemmiti. Uno di noi, uno di voi. Scagli la prima pietra chi non ha mai sofferto d’ansia. No, non parlo di quel batticuore leggittimo che accompagna le emozioni belle o brutte. Parlo del senso di non farcela che a volte può persino sfociare in attacco di panico.
E allora ecco che arriva la paura della paura: palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate di calore.
Uno di noi durante il laboratorio di redazione giornalistica, ha “confessato” di avere stati d’ansia e attacchi di panico e sta cercando di dominarli imparando a conviverci o ad allontanarli.
Uno di noi.Uno di voi.Il coraggio immenso di affrontare, in un ambiente molto accogliente ma comunque nuovo, altre persone.
È già una vittoria. E allora che fare?Si può parlare a chi ci è vicino, cercando aiuto.
Perché parlare del “mostro” lo rende più piccolo, affrontabile, persino utile.Sì, utile. Perché l’ansia può salvarci da situazioni pericolose mettendo in circolo l’adrenalina necessaria a superarle.Se necessario ci si può rivolgere ad uno specialista sfatando l’inutile, oltre che dannoso, preconcetto che dallo psicologo ci vanno i matti.Se sto male devo curarmi.
È un mio diritto, è un mio dovere.
E allora vorrei dire a quello scricciolo che tremava commosso mentre raccontava in aula di sé, che ha già vinto la battaglia più importante. Che ha affrontato l’ansia di petto dicendole: “io sono più forte di te”.
Vorrei dirgli di non sentirsi mai sconfitto per una fragilità; crescendo imparerà che siamo fatti anche di fragilità e sono proprio quelle a renderci amabili.
E a te, che non hai “scagliato la prima pietra” voglio dire che non sei solo, che non sei sola, che è normale, che non c’è nulla di male a vivere con “l’anima vicina alla pelle”.Puoi sentire di più, ma puoi anche decidere cosa ascoltare.