Di Pietro Grimaldi. Purtroppo è arrivato il momento più odiato da tutti gli appassionati di calcio, fantacalcisti e non: la pausa nazionali. Partite molte volte inutili che servono soltanto per portare (pochi) spettatori allo stadio e per i soliti accordi FIFA, interrompendo i campionati per far giocare match improbabili, i quali finiscono quasi sempre in goleade, abbassando di conseguenza l’umore di tutto lo stadio, quasi annoiato dalla partita.
Di queste pause se ne lamentano quasi tutti gli allenatori, che vedono partire i loro giocatori migliori per lunghi, per poi tornare stanchi alla ripresa del campionato; è anche per questo che alcune volte si prova a fingere, magari dicendo di sentire un piccolo “dolorino” soltanto per saltare quelle due partite e rimanere con la squadra di club, sia per concentrarsi meglio per la prossima giornata di campionato, o anche solamente per riposarsi un po’, visto le quasi due settimane di pausa.
Questo esempio è rappresentato dal giocatore Stefano Sensi, centrocampista dell’Inter, che ha preferito rimanere a Milano piuttosto di giocare le ultime due partite con la nazionale, il calciatore ha rifiutato la convocazione con l’Italia poiché appena rientrato da un infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi un mese, permettendo così di recuperare con calma ed essere al massimo della forma per le prossime gare, fondamentali per l’anno nerazzurro, è necessario dire però che la nazionale azzurra è già qualificata, quindi le partite sono quasi superflue.
Stupisce invece il “caso” Cristiano Ronaldo, nonostante le condizioni precarie con cui Sarri ha giustificato le recenti prestazioni dell’asso juventino, ha accettato volentieri la convocazione con il Portogallo andando anche in goal riuscendi così a raggiungere quota 99 con la sua nazionale, dimostrando invece una condizione di forma straordinaria, facendo pensare agli esperti che forse il problema è quindi in casa Juventus. Ma le pause nazionali non sono solo questi problemi, molti giocatori, anche per lo sforzo di giocare, forse, troppe partite in pochi giorni, si fermano per infortunio, mettendo in crisi i loro allenatori, sono tantissimi i calciatori che si sono fermati in questa settimana, sia per partite giocate in campi non proprio regolari, ma anche per le squadre affrontate, non abituate a “togliere” la gamba durante gli interventi.
Calcio: infortuni in nazionale: reali o immaginari?