Di Riccardo Fermani. Lo sport: ovvero una scuola di vita dove si imparano regole, dove si impara a stare insieme, a condividere passioni ed emozioni, a porsi obiettivi e raggiungerli collettivamente. È una scuola dove crescere e imparare a vivere.

E’ uno tra gli sport più nobili che, da qualche anno a questa parte, si sta impegnando su questo fronte dimostrandosi uno dei principali esponenti di una nuova e corretta filosofia sportiva: il rugby. E’ una disciplina antica e nobile, nata Inghilterra quasi 150 anni fa. Uno sport in cui 15 giocatori corrono dietro ad un pallone, ma non uno qualsiasi, bensì ovale. La sua forma rende il rimbalzo imprevedibile e perciò mai scontato, proprio come la vita. E, di conseguenza, tutta la vita del rugbista è tesa ad allenarsi per fronteggiare tale imponderabilità e per fare in modo che l’irregolarità diventi normalità; e già questo appare un messaggio rivoluzionario.
Ha come obiettivo il raggiungimento di un traguardo, di una meta, realizzabile solo attraverso la collaborazione di tutti i componenti di squadra e il sostegno reciproco.
Una tra le regole fondamentali è senza dubbio quella del passaggio, il quale è possibile realizzare solamente indietro. “Avanzare passando la palla indietro”, a detta di molti potrebbe essere un controsenso nonché un’ assurdità, ma in realtà è un messaggio di vita alquanto velato; perché solo nel supporto di chi è dietro, solo nel sostegno di chi segue, ci sono maggiori probabilità di realizzazione per chi è davanti.

Oggi, ai microfoni di TVG News è intervenuto Ernesto De Fazi, ex giocatore di Serie A e della nazionale italiana, tecnico di terzo livello della Lazio Rugby 1927 ed ex responsabile scuola per il  comitato regionale laziale:

“La differenza che ho notato tra il rugby e gli altri sport, è la capacità di aggregare. Da questo punto di vista, il terzo tempo è la forza di questo sport, in quanto ti permette di stare insieme al tuo avversario anche dopo una partita in cui sembra che ci si sia scannati. Anzi nel mio caso, i miei amici più cari, molto spesso li ho trovati tra gli avversari. Tra di noi dopo tutti questi anni c’è ancora rispetto, perché per prima cosa sappiamo quanto vale l’altro.”- Puntualizza poi – “Uno dei fondamenti di questo magnifico sport, è il bisogno che ogni giocatore ha del proprio compagno, ed è uno dei pochi sport in cui il compagno e l’amico ti aiuta veramente. Per me quindi, questo concetto di aggregazione e di sostegno è la cosa più importante da far capire ai ragazzi; poiché si riflette, oltre che fuori dal campo, anche nella vita.”

Ernesto in conclusione: “La bellezza del rugby risiede nella sua semplicità e nella sua libertà, il bambino che gioca a rugby fa uno sport libero; che significa ciò? Se si vuole imparare a giocare a basket, prima si deve imparare a palleggiare, allo stesso modo vale per la pallavolo, per il calcio e per altri sport. Nel rugby la prima cosa che viene detta al bambino è, tieni questa è la palla, quella è la meta, corri e vai là. Questo è il gesto più semplice e naturale che esista. Per questo motivo non mi piace parlare dei soliti valori come il rispetto, il sostegno e l’unione, perché li trovo secondari e automatici in una fase più evoluta. L’aspetto fondamentale, nonché quello più bello, è il piacere di muoversi, giocare e di stare con gli altri.”

 

  • Autore dell'articolo:
  • Categoria dell'articolo:Sport