Di Giulia Orsi. Ben prima dell’uscita delle ultime misure di sicurezza da contagio di coronavirus, risalenti alla serata del 9
marzo, esposte sulle reti televisive nazionali dal premier Conte, teatri, cinema e musei si sono ritrovati a
dover osservare alcuni accorgimenti che potevano dare la parvenza di forme preventive e che in verità
potevano servire a poco. Se consideriamo che uno starnuto ha una velocità media di 320 km/h, essere
seduti uno a due posti di distanza da un altro dentro ad una sala cinematografica, ha poca efficacia nel
bloccare il contagio. Ad oggi, dopo l’ultimo decreto, tutto resta chiuso. Tutta l’Italia è in casa ed aspetta, o
per lo meno si augura, che il virus abbandoni il nostro stivale per poter ritornare alla vita comune, a tratti
noiosa, di tutti i giorni. Proprio per sopperire all’assenza di luoghi di cultura, o comunque di aggregazione,
corre in nostro soccorso internet con le sue mille possibilità: e allora perché non scegliere di intrattenersi
con uno spettacolo teatrale o con un film? Del resto mai in nessuna epoca la cultura e l’arte si sono
fermate, neanche durante le grandi guerre dove c’era un continuo fermento di idee creative atte anche a
contrastare l’oscurantismo dei regimi. Grazie a queste forme di comunicazione artistiche l’uomo è riuscito a
canalizzare le brutalità della guerra, la paura e a regalare ai posteri delle opere che sono inarrivabili, basti
pensare al Guernica di Pablo Picasso che riassume in un colpo d’occhio lo sconcerto prodotto da Franco e
le sue truppe in Spagna. Oppure potremmo ricercare nelle battute di Napoli Milionaria di Eduardo de
Filippo i cambiamenti che una famiglia subisce per mano della guerra. Dove troviamo i grandi
sconvolgimenti storici, troviamo anche il nascere di nuove realtà, di nuovi valori. Dopotutto l’essere umano
ha la necessità di riscoprirsi anche a livello inconscio e di poter ricreare quello spazio immaginifico dove
poter dare corpo alla sua emotività, cedere il passo alle nuove forme di creazione artistiche che nella
società moderna non hanno più uno spazio consistente dove esprimersi. Inoltre da grandi epidemie, come
ad esempio la peste, sono nate alcune delle opere che tutt’ora si studiano a scuola, basti pensare ai
Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Quindi non bisogna disperare e cogliere questo momento così
contemplativo (contempliamo il mondo dalla finestra) come una grande opportunità per sintonizzarci su
altre frequenze, come ad esempio il teatro online per chi ha pagato il biglietto e non è potuto entrare in
sala, oppure il cinema on demand e scoprire il gusto di una nuova esperienza, se pur fatta comodamente
dal nostro salone.
La cultura ai tempi del Covid-19