Di Sara Scarozza. Dolore, strazio, angoscia, rimorso, disperazione: il macigno nel petto e le urla di agonia nel pensare di essere stati dei cattivi genitori e che se avrebbero fatto di meglio nulla sarebbe successo. I familiari di Desirè Mariottini a distanza di due anni non sono riusciti ad abbandonare il loro incubo che li accompagna ogni giorno, vanno a dormire la notte sapendo che non è stata fatta giustizia alla propria figlia, che fuori si trovano i colpevoli che gli hanno strappato la vita troppo presto. Desirè era una ragazza che non ha saputo gestire la propria adolescenza e con una situazione familiare non delle migliori, ha trovato a soli 16 anni una valvola di sfogo nelle droghe. Suo padre è uno spacciatore conosciuto nella città di Cisterna di Latina, nel Lazio, e nessuno era disposto a vederla neanche con uno spinello in mano. Infiniti sono stata i viaggi verso Roma che la ragazza ha affrontato per procurarsi prima della semplice marijuana, poi con il passo successivo dell’hashish e infine la decisione fatale di passare all’eroina. Non poteva sapere che il 18 ottobre 2018, quello che sembrava uno dei soliti viaggi che faceva si sarebbe concluso nei peggiori dei modi. Si era recata in uno stabile abbandonato e occupato nel quartiere di San Lorenzo, dove è stata drogata e successivamente abusata sessualmente da quattro persone, dopo il nulla, è stata lasciata lì da sola, non cosciente per la dose di stupefacenti troppo massiccia che gli era stata data, in fin di vita abbandonata a se stessa, una sorte che nessuno si meriterebbe . Quattro cittadini africani, Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe, accusati di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori, questi sono i nomi dei colpevoli che hanno tolto la vita a Desirè, ma ancor peggio dalle ultime autopsie si è scoperto che la ragazza era ancora vergine prima delle ripetute aggressioni. Quando è stata ritrovata era morta da già quattro, cinque ore e con delle escoriazioni notevoli sulle braccia, hanno abusato di lei quando non era cosciente e continuano a farlo adesso da morta non ammettendo quello che hanno fatto ad una ragazza che aveva una vita intera davanti. Probabilmente avrà lottato ma il suo corpo minuto non è riuscito a reggere ed è morta di overdose. E’ morta conoscendo un mondo troppo crudo, devastante , pieno di male ad opera di persone che non si fanno scrupoli a commetterlo su altre, è morta al freddo e pensando magari alla madre e a tutti gli abbracci caldi che non gli ha dato ma che in quel momento ha rimpianto. Una vita strappata troppo presto, a distanza di due anni la sua storia non ha trovato ancora la parola fine.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:31 Ottobre 2020
- Categoria dell'articolo:Cronaca nera / Femminicidio