Di Mirko Vinci. Tra le novità Netflix di novembre c’è profumo di premiazioni importanti. Nuovi decreti e nuove restrizioni per contenere i contagi causati dal coronavirus impediscono ai cinema di accogliere i loro spettatori. Spetta a Netflix e alle altre piattaforme streaming l’arduo compito di proporre, oltre ai loro prodotti home made, anche quelle visioni che destinate prima al grande schermo trovano ora spazio sulla televisione di casa. Da qualche anno a questa parte, Netflix ha dimostrato di saper proporre al suo pubblico anche prodotti degni di attenzione da parte dell’Accademy ed è proprio questo il caso de “Il processo ai Chicago 7”. Un’immedesimazione verso una realtà che per quanto lontana nel tempo rispecchia totalmente ciò che il mondo odierno sta vivendo. La rabbia per una società che non rispetta il singolo come individuo e che lo mette a tacere con un bavaglio, che lo incastra con aule di tribunale costruite a tavolino, o la voglia di potersi mettere in gioco e di poter percepire il vento del cambiamento sono caratteristiche che non hanno tempo e che riguardano ogni tappa della storia, basti pensare al movimento black lives matter di quest’anno. Caratteristiche che non devono e non possono essere ignorate o trattate con superficialità. Un forte senso di frustrazione quello di percepire come il mondo in cui si vive ha tristemente abituato ad addossare colpe verso minoranze o capri espiatori, piuttosto che entrare nel vivo dei problemi sociali e affrontare faccia a faccia quei contesti che hanno portato a tali conflittualità. Una soluzione più agevole, più conveniente e dedita al consenso generale delle masse, nelle quali è sempre stata diffusa l’esigenza di dovere avere un qualcuno sul quale scaricare i propri mali. L’elemento ancora più cupo è la propaganda con la quale avviene ciò che porta anche il fortunato non selezionato come capro espiatorio di turno ad averne il medesimo problema. L’incredulità di come davanti a testimonianze o a storie di persone che tentavano di giustificare i propri comportamenti bellici e di protesta, il pubblico o la cosiddetta massa, si sforzi a tenersi sempre più stretto quel potere garantito dalla società che si rivela essere, sebbene in misure diverse, il medesimo bavaglio. Un bavaglio diverso, che garantisce sicurezza, di cui quasi nessuno si rende davvero conto di avere e che porta di conseguenza al consenso generale verso qualsiasi ingiustizia. Un passato quello rappresentato dal film che in fondo passato non è del tutto.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:12 Novembre 2020
- Categoria dell'articolo:Spettacolo