Covid/ I nuovi vocaboli che cambiano la vita quotidiana
Di Dorian Gronchi. Era il 9 marzo, aveva inizio nel paese il processo di segregazione forzata di massa che, radicalmente, avrebbe cambiato la vita di ognuno di noi, il primo lockdown.
Uno dei tanti nuovi nomi che si sono aggiunti ai vocaboli del quotidiano.
Parole che ci hanno profondamente segnato, parole che abbiamo il dovere di apprendere per sopravvivere ad una realtà sempre più ricca di contrattempi.
Il sentimento di prigionia vissuto, l’abbattimento morale che tutt’ora subiamo, sono stati alleggeriti da queste nuove espressioni e da queste nuove modalità di vita.
Lo smart working, ad esempio, si sviluppa come nuovo modo di lavorare e di imparare, proprio in questo frangente catastrofico.
L’utilizzo dei mezzi tecnologici a scopo produttivo ha coinvolto e tutt’ora coinvolge lavoratori e studenti, che si sono dovuti adattare al contesto anomalo continuando per dovere, per necessità o per piacere, a condurre una comune e sana attività e riparando così ad una normalità smarrita.
Tale evoluzione di cui il Covid è stato colpevole ha inoltre cambiato, in parte, le normali abitudini televisive degli italiani.
Il richiamo della paura ha portato a vedere con discreta continuità i telegiornali per informarsi, anche in modo ossessivo,dello sviluppo negativo della situazione e dei defunti che ogni giorno incrementavano. Erano, inoltre, in pochi a non rimanere incollati ai dispositivi cercando un piccolo lume di speranza nelle parole del premier Conte che dettava i bollettini di guerra, i DPCM.
Un periodo sì buio, ma che molto si è offerto di insegnarci, ha mortificato i mesi d’esordio del 2020, lo spettro di quei tempi, che sembrava dissolto in un ricordo ormai lontano, sta penetrando nuovamente la realtà che ci circonda.
L’incubo di un passato recente sta velocemente ritornando realtà, le procedure di contenimento, le regole, stanno via via susseguendosi come una volta, come fossimo vittime di un anello temporale che fa ripetere gli eventi, che fa riecheggiare le stesse identiche parole. Gli eventi e le vecchie ma nuove formule che pesano sul nostro umore non dovranno però schiacciarci né ridurci in un ammasso di carne che compiange se stesso.
Deve restare vivo in noi il coraggio per continuare a correre per le strade che noi abbiamo scelto di perseguire, forti della consapevolezza che supereremo tutto ancora e ancora.