Di Emanuele Montuori
Vecchi, rumorosi e anche sporchi, spesso in ritardo. Benvenuti ad Atacland ovvero viaggio nel degrado dei mezzi pubblici romani.
Per la maggior parte dei cittadini di Roma i mezzi fanno parte della propria quotidianità e molto spesso sia per comodità che per esigenza vengono utilizzati. A Roma, ci sono 3 metropolitane: la linea A, B e C che si intersecano per permettere a chi ne usufruisce di effettuare degli scambi per raggiungere più agevolmente diverse zone della città. Oltre alle metropolitane, a Roma, c’è un servizio pubblico di linee autobus gestito dal comune, l’Atac, che conta oltre di 250 linee. Da queste informazioni sembrerebbe che il settore trasporti della capitale sia all’avanguardia, ma non è cosi e questo i cittadini, lo sanno bene.
Ogni due giorni a Roma un autobus si guasta e causa ritardi e malumori ai passeggeri. Ciò accade perché la maggior parte dei mezzi utilizzati dalla compagnia sono vecchi di almeno 10 anni e quelle poche volte che vengono introdotti in circolazione nuovi autobus vengono deturpati e sfregiati nel giro di poche settimane. Si perché a Roma nonostante il nostro sistema di trasporti faccia schifo, nessuno se ne cura: dai dipendenti ai passeggeri.
In media ogni giorno le famose 250 linee, subiscono ritardi che vanno da 15 minuti a 1 ora. Questo dato purtroppo non colpisce solo gli autobus, ma anche le metropolitane. La linea C, che copre un tratto che parte da Pantano e arriva fino a San Giovanni, passa NORMALMENTE ogni 12 minuti. Se tu salti una corsa la prossima metro passa dopo 12 minuti, questo sempre se i pianeti si sono allineati perfettamente e nessun gatto nero ti ha attraversato davanti mentre ti dirigevi verso la metro, perché molte volte succede anche su quella lavagna elettronica con su scritto “SAN GIOVANNI”, non ci sia un numero che segue o che questo sia anche 102 minuti. A Roma questa è la normalità, e il cittadino lo sa.
Per poter usufruire del servizio di trasporto pubblico il cittadino può avvalersi di diversi titoli: il classico biglietto oppure di un abbonamento, che può essere mensile o annuale. Il costo del biglietto è di 1.50 euro, mentre gli abbonamenti hanno prezzi diversi in base a quante zone di Roma coprono, vi basti sapere che il meno costoso, ovvero quello che copre solo 1 zona della città costa 24.50 euro il mensile e 172 euro l’annuale. La metro A da sola copre 2 zone.
Il cittadino, molto spesso, se ne frega altamente nel biglietto. Non lo fa. Perché pagare per qualcosa che non funziona si domanda quotidianamente ogni volta che la mattina sale su quel maledetto 106. Ovviamente non tutti i passeggeri adottano questa linea di pensiero: c’è chi, giustamente, non vuole rubare soldi per un servizio che il comune gli offre, anche se scadente.
Tutto questo è condito dal blocco delle auto che a Roma facciamo una domenica si e una no, giusto per non farci mancare nulla. La domenica, si. Il giorno in cui la metà degli abitanti della capitale non sono a casa. A Roma, quasi ogni domenica, allo Stadio Olimpico giocano o Lazio o la Roma: andare allo stadio con il blocco delle macchine e i mezzi pubblici è un’odissea.
Ah già, ultimamente c’è stato un referendum per privatizzare il servizio di trasporti di Roma, non si è raggiunto nemmeno il quorum. Questo è il cittadino romano e questa e Roma. Una città allo sbando nelle mani di nessuno.