“Mamma, per il mio compleanno mi porti dal chirurgo estetico?”

Fino a qualche anno fa una domanda del genere poteva sembrare surreale o al massimo estratta da qualche real show americano costruito ad arte per sconvolgere gli spettatori.

Invece è una richiesta reale e sempre più frequente che molte mamme si sentono fare da figlie adolescenti.

A 16 anni ci siamo viste tutte o troppo magre o troppo in carne, o troppo piatte o troppo prosperose, e comunque mai all’altezza delle aspettative nostre e tantomeno dei ragazzi.

Ma lo abbiamo accettato, chi più chi meno, e abbiamo imparato a conviverci, sperando che quella maledizione chiamata adolescenza passasse presto.

Abbiamo imparato a convivere con quei cambiamenti, con quelle imperfezioni e con quei difetti, che in fondo rendono unica ognuna di noi, cercando magari di camuffarli il più possibile e cercando di attirare l’attenzione sui nostri punti di forza, fisici e caratteriali.

Ma oggi sembra che la convivenza con i propri difetti sia diventata insopportabile e tutto ciò che non corrisponde ad un preciso standard sia sbagliato.

Ragazze che, complici le figure stereotipate diffuse dai media e dai social network, non riescono più ad accettarsi per quello che sono. Il corpo è considerato alla stregua di un capo di abbigliamento, che deve seguire le mode del momento ed essere simile a quello del personaggio che cerchiamo di emulare. Molto spesso la richiesta di ritocchi estetici non è il naso più sottile o il seno più grande, ma il naso uguale a quello della star o dell’influencer di turno e la taglia di reggiseno di moda per quella stagione.

Sembra che tutto ruoti intorno al proprio corpo. Divenuto, da semplice biglietto da visita, il fulcro attorno al quale ruota tutta l’esistenza. Il corpo come mezzo indispensabile per ottenere tutto: l’amore, il successo, un lavoro che renda ricche e famose, insomma una vera e propria ricetta segreta per la felicità.

Ma in tutto questo il maschio? Al momento sembra non pervenuto.

Non più una figura attiva, non il ragazzo che ci faccia sentire belle e speciali nella nostra unicità, ma una preda passiva di una lotta tutta al femminile a colpi di corpi perfetti e trucco impeccabile.

Dopo secoli da conquistatore, sembra che il maschio si sia rifugiato nel più rassicurante ruolo di preda, di “tronista” (tanto per citare uno dei fenomeni di costume più in voga degli ultimi anni) che le donne fanno a gara per conquistare, mentre lui si limita a giudicare e scegliere dall’alto della sua regale postazione, senza mettersi mai realmente in gioco.

Già perchè poi tutto si riduce a questo, a mettersi realmente in gioco. Ed quello che evitiamo tutti di fare, maschi e femmine. I ragazzi, nascondendosi dietro un ruolo più comodo, le ragazze trincerandosi dietro a quell’involucro chiamato corpo, che troppo spesso viene messo a nudo per evitare di spogliare quello che è nascosto più nel profondo.

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